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Per la prima volta l'Italia ospita il Global summit dei giornali di strada di tutto il mondo. Dal 12 al 15 settembre arrivano a Milano oltre cento delegati dai cinque continenti, dalla Germania al Canada, dal Brasile all'Australia, per condividere esperienze, riflesisoni, idee, per tratteggiare insieme il futuro dei periodici di strada. A organizzare l'evento è Insp, International network of street papers, organizzaizone con sede a Glasgow. E a fare gli onori di casa è Scarp de' tenis, la rivista sostenuta da Caritas ambrosiana. L'evento, che fino al 2019 aveva cadenza annuale, torna dopo tre anni di stop legato alla pandemia che, come sottolinea Mike Findlay, Ceo di Insp, «è stata finora la minaccia più grave per la rete dei giornali di strada. Il semplice atto di pagare per acquistare un giornale e di consegnarlo fisicamente all’acquirente, si è trasformato molto rapidamente da un’azione quotidiana a un’azione rischiosa, a causa della diffusione del virus». A spiegare la genesi e le caratteristiche pecualiari dei giornali di strada è Stefano Lampertico, direttore di Scarp de' tenis.
Stefano, cos'è un giornale di strada e quali sono le sue caratteristiche?
«L'idea del gornale di strada è nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta. E' un esempio straordinario di comunicazione che mette insieme un'opportunità di reddito per persone in difficoltà o senza fissa dimora e un'occasione di buona informazione su temi spesso ignorati dai media tradizionali. Nel mondo ci sono più di 90 giornali di strada, diffusi in 35 Paesi, pubblicati in 25 lingue diverse. Scarp de' tenis è un progetto Caritas, diffuso a Milano e in tredici città italiane. In questi 26 anni di attività sono passati quasi 800 venditori che sono riusciti ad ottenere un reddito mensile grazie alla vendita del giornale, perché loro trattengono per sé una parte del prezzo di copertina, a cui si aggiugono le mance che spesso gli acquirenti lasciano».
Chi sono oggi i vostri venditori?
«Attualmente ne abbiamo cento in Italia - individuati dai centri di ascolto Caritas o dai dormitori -, più del 70% sono italiani. Sono persone in difficoltà, che hanno alle spalle storie di strada, di dormitorio, di dipendenza superata. Persone che hanno trovato in Scar de' tenis una grande famiglia. Trattandosi di un progetto Caritas, a queste persone riusciamo a fornire anche altri piccoli servizi, dall'aiuto per le pratiche burocatiche a quello per l'assistenza sanitaria. Il modello è simile in tutto il mondo, anche se negli altri Paesi i giormali di strada sono gestiti perlopiù da imprese sociali e organizzazioni laiche».
Come vengono accolti e percepiti in genere i venditori dei giornali di strada?
«Abbiamo sempre registrato segnali di affetto, di accogliernza e grande generosità da parte delle persone che comprano il giornale. Molti venditori vengono "adottati" dalle parrocchie di fronte alle quali ogni mese vanno a vendere Scarp de' tenis».
Chi è il lettore tipico di Scarp de' tenis?
«Abbiamo un po' di tutto. Perlopiù persone di mezza età, molti sono fedelissimi, lo comprano da tanti anni e la cosa più bella è che lo acquistano non come gesto di beneficenza ma perché apprezzano il prodotto e sanno che quei venditori non stanno chiedendo elemosina ma stanno effettivamente lavorando».
I temi più trattati?
«Tantissime storie, tanti spunti di carattere sociale. Siamo attenti alle problematiche e alle emergenze dei territori, al mondo Caritas. Abbiamo inoltre contributi importanti di giornalisti rinomati che sono diventati nostri amici e che collaborano con noi in forma di volontariato».
La pandemia del Covid ha messo in grande sofferenza i giornali di strada.
«Sì, la pandemia è stata devastante. Ci sono giornali di strada che hanno dovuto sospendere le pubblicazoni, come The Big Issue in Inghilterra. Noi per fortuna siamo andati avanti e non abbiamo perso neppure un numero, perché le chiese sono rimaste aperte e i nostti venditori, con le tutte le accortezze previste, potevano andare sui sagrati a distribuire la rivista. Per le strade ssrebbe stato impossibile».
Qual è la città italiana più accogliente nei confronti dei giornali di strada?
«Milano ha una grande tradizione di accoglienza e solidarietà e continua a mantenerla. Quando si dice che Milano ha il cuore in mano, è ancora vero».
(Foto in alto: la redazione di "Scarp de' tenis" e i venditori a MIlano)





