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giovedì 10 ottobre 2024
 
 

Giornalisti e politici i più “anti-ziganisti”

03/10/2013  Un Rapporto dell'Associazione “21 luglio” analizza gli episodi di intolleranza verso gli “zingari”. Ne emerge un quadro sconfortante: sono centinaia i casi di incitamento all'odio. Gli esponenti della Lega sono in testa per affermazioni xenofobe e razziste. Ma anche i cronisti si macchiano con grande frequenza di “informazione scorretta”.

Quando si parla di rom, si è tutti bravi a urlare, a chiedere sgomberi e a confinare. Si dimentica che sono prima di tutto persone, appena 160 mila, non più nomadi, la metà ragazzini, la metà di tutti addirittura italiani.

Anche se magari non ce ne accorgiamo, in Italia molti abitano in casa. Altri invece vivono confinati nei cosiddetti “campi nomadi” (per famiglie che da generazioni non sono più nomadi), oppure, spesso per povertà, nelle baraccopoli ai margini delle nostre città.

Ma i ghetti non sono solo quelli fisici, sono anche quelli mentali. Secondo l’Eurobarometro, solo il 7% degli italiani risponde positivamente alla domanda: “Sei disponibile ad avere amici rom?”. È uno dei valori più bassi in tutta Europa.

Le ragioni sono molteplici, ma stampa e politica hanno una responsabilità decisiva. L’Osservatorio dell’Associazione “21 luglio” ha recentemente presentato il rapporto “Antiziganismo 2.0”, secondo il quale ogni giorno in Italia si registrano 1,43 casi di incitamento all’odio e discriminazione nei confronti di rom e sinti, per lo più attraverso dichiarazioni di esponenti politici diffuse da giornali, siti web e social network.

Trecentosettanta casi di incitamento all’odio, 482 casi di informazione scorretta

Stereotipi e pregiudizi verso tali comunità, del resto, sono alimentati da una media giornaliera di 1,86 episodi di informazione scorretta ad opera di giornalisti di testate locali e nazionali. Spiega l’Associazione: «Ai rom si associano indistintamente e automaticamente degrado, incuria, malvivenza, pericolosità sociale, incapacità genitoriale, inadeguatezza sociale, rifiuto consapevole delle regole e una “genetica” attitudine alla delinquenza e alla non-integrazione». Si ripetono pregiudizi assurdi come per esempio che “i rom rubano i bambini”, dimenticando come una recente ricerca dell’Università di Verona, finanziata dalla Fondazione Migrantes, abbia analizzato scientificamente tutti i casi di denuncia nei confronti di rom come presunti responsabili di sparizioni di bambini, dimostrando che negli ultimi 25 anni nessuno di questi era fondato.

Dal 1 settembre 2012 al 15 maggio 2013, il monitoraggio dell’Osservatorio 21 luglio, effettuato su circa 140 fonti, ha rilevato 370 casi di incitamento all’odio e discriminazione e 482 casi di informazione scorretta in grado di alimentare il cosiddetto antiziganismo, definito dalla Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza come «una forma di razzismo particolarmente persistente, violenta, ricorrente e comune che viene espressa, tra gli altri, attraverso violenza, discorsi d’odio, sfruttamento, stigmatizzazione e attraverso le più evidenti forme di discriminazione».

Ill 59% delle segnalazioni razziste si riferisce a iscritti a un partito di destra o centro-destra

  

Nei 370 casi analizzati, 281 (il 75% del totale) sono riconducibili ad esponenti politici, 58 a privati cittadini e 20 a giornalisti. I giornalisti sono rivelati il principale strumento di diffusione (234 casi), seguiti da siti internet (51), Twitter (23) e Facebook (10). Il titolo “Antiziganismo 2.0” richiama il ruolo dei social network, che hanno offerto una nuova “bacheca”, ma purtroppo l’antiziganismo non è un fenomeno nuovo. Fin dall’inizio, alla presenza di rom in Europa si sono accompagnate ondate di persecuzione. Non è facile individuare un’altra minoranza – se non, con ovvie differenze, gli ebrei – che per un periodo tanto lungo, e in maniera costante, sia stata ovunque colpita da misure vessatorie caratterizzate da una così acuta violenza e da un tanto palese disprezzo dei diritti umani.

Dal rapporto emerge che il 59% delle segnalazioni si riferisce a iscritti a un partito di destra e di centro destra: «In 90 casi, l’autore di una dichiarazione discriminatoria e incitante all’odio è stato un esponente della Lega Nord; seguono il Popolo della Libertà (74), La Destra (30) e Forza Nuova (11). In 9 casi l’autore è stato invece un esponente del Partito Democratico».

Cosa fare? L’Associazione 21 luglio ha intrapreso 135 azioni correttive, tra cui 75 segnalazioni all’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), 29 lettere di diffida, 10 esposti al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti, 7 segnalazioni all’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori di Polizia di Stato e Carabinieri (Oscad). Tra i risultati ottenuti, la chiusura di due blog e la rettifica dei contenuti di un paragrafo della guida National Geographic su Roma che criminalizzava indistintamente i rom.

Seppur in questi casi la via legale debba essere percorsa, certo il problema è culturale e legato ai “ghetti mentali”. Va affrontato con un approccio “globale”: «È necessario», conclude l’Associazione, «contrastare questi stereotipi e pregiudizi, alimentati da dichiarazioni di esponenti politici che intendono parlare alla pancia del proprio elettorato e da notizie giornalistiche incapaci di approfondimento e di analisi complessa, attraverso tutte le forme possibili, istituzionali e governative, attraverso il diritto e la produzione intellettuale, nella lotta politica e nel lavoro nei territori, nei media, a scuola e in strada. Si potrebbe cominciare dal linguaggio: i termini “nomadi” e “zingari” denotano una connotazione negativa e pertanto non andrebbero più utilizzati, né dai politici né dai giornalisti».

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