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venerdì 13 settembre 2024
 
Giornata degli anziani
 

Rita dalla Chiesa: «Sono una nonna complice di un ragazzo in gamba»

23/07/2022  «Non preparo manicaretti, ma punto molto sull'ascolto e sulla condivisione», dice la conduttrice televisiva  che, alla vigilia della seconda Giornata mondiale dei nonni, parla del suo rapporto con il nipote Lorenzo, 14 anni, figlio di sua figlia Giulia. L'intervista integrale e le foto dell'album di famiglia nel numero del nostro giornale in edicola e in parrocchia

«Non sono una nonna tradizionale, piuttosto una nonna complice, con un dialogo molto aperto, disponibile all’ascolto senza pregiudizi, con tanti interessi in comune con Lollo, mio nipote Lorenzo, figlio di mia figlia Giulia». Rita dalla Chiesa si confida con Famiglia Cristiana alla vigilia della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani voluta da papa Francesco, che – giunta alla seconda edizione – si celebrerà domenica 24 luglio. In un’intervista che il settimanale pubblica nel numero in edicola e in parrocchia, la nota conduttrice televisiva racconta com’è il loro rapporto: «Facciamo insieme tante cose, siamo capaci anche di chiacchierare per tre o quattro ore, di lui mi piace che gli si può parlare di tutto, politica, società, religione. Anche entrare a contatto con il mio lavoro gli ha aperto gli orizzonti. Io mi sono sempre occupata di temi sociali».

«A entrambi piace la musica», prosegue Rita dalla Chiesa: «è venuto con me a vedere Battiti live, e grazie a lui ho scoperto tanti bravi artisti di oggi. Mentre lui ha più difficoltà a digerire la classica e l’opera verso cui invece mi aveva instradato la mia famiglia. E poi entrambi amiamo il mare. In fatto di cibo, poi, non ci stancheremmo mai di mangiare il sushi, ma dobbiamo negoziare sulla scelta della pizza: a me piace bassa e croccante, a lui alta e per me… gommosa. Entrambi, infine, siamo allergici alla matematica».

Lorenzo ha dovuto affrontare già un enorme dolore: la scomparsa del padre Massimo Santoro, dopo una lunga malattia, quando aveva solo 9 anni. «È stato difficile e delicato il mio ruolo in quel frangente», puntualizza Rita dalla Chiesa. «Capivo che niente sarebbe stato più come prima e ho dovuto fare un grosso lavoro su di me. Da un lato volevo fargli sentire tutto il calore e l’affetto della famiglia, dall’altro non volevo creargli una bolla in cui veniva soffocato da troppe attenzioni e compatimento, ma lasciargli aperto un corridoio per il futuro. Ovvero dovevo assicuragli una vigilanza affettiva garantendogli una vita autonoma. Ora sta per compiere 15 anni e posso dire che è un ragazzo sereno, pieno di amici e troppo intelligente per non aver capito gli sforzi fatti da sua madre Giulia, in primis, e anche da me».  


 

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