«Il sogno di Dio si realizza nella storia con la cura dei bambini e dei nonni. I bambini "sono il futuro, sono la forza, quelli che portano avanti. Sono quelli in cui riponiamo la speranza"; i nonni "sono la memoria della famiglia. Sono quelli che ci hanno trasmesso la fede"». C'è molto papa Francesco nel Messaggio che il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha preparato in vista della prossima Giornata nazionale della vita che si celebrerà il 5 febbraio 2017. Il documento s'intitola
“Donne e uomini per la vita nel solco di Santa Teresa di Calcutta” e insiste sul “sognare con Dio”: «Quando il Papa commenta la Parola di Dio al mattino o quando tiene discorsi nei vari viaggi apostolici, non manca di incoraggiare a sognare in grande” e alle famiglie ricorda loro che il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia».
Avere cura dei bambini e dei nonni, prosegue il Messaggio,
«esige lo sforzo di resistere alle sirene di un’economia irresponsabile, che genera guerra e morte. Educare alla vita significa entrare in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, d
alla logica della denatalità, dal crollo demografico, favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale», come «ripete ancora oggi Santa Teresa di Calcutta con il famoso discorso pronunciato in occasione del premio Nobel 1979: ‘Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato».
I vescovi italiani concludono pungolando l'Italia attraverso altre citazione di Madre Teresa, la suora che il mondo ammirò e che papa Francesco santificò lo scorso 4 settembre. «
La Santa degli ultimi di Calcutta
ci insegna ad accogliere il grido di Gesù in croce: “Nel suo ‘Ho
sete’ (Gv 19,28)
possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei
piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata
supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace”», si legge.
«Gesù è l’Agnello immolato e vittorioso: da Lui sgorga un “fiume
di vita” (Ap 22,1.2), cui attingono le storie di donne
e uomini per la vita
nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita consacrata religiosa e
secolare.
Com’è bello sognare con le nuove generazioni una Chiesa
e un Paese capaci di apprezzare e sostenere storie di amore esemplari
e umanissime, aperte a ogni vita, accolta come dono sacro di Dio
anche quando al suo tramonto va incontro ad atroci sofferenze; solchi
fecondi e accoglienti verso tutti, residenti e immigrati. Un tale
stile di vita ha un sapore mariano,
vissuto come “partecipazione alla feconda opera di Dio, e ciascuno
è per l’altro una permanente provocazione dello Spirito. I due
sono tra loro riflessi dell’amore divino che conforta con la
parola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’abbraccio”»