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giovedì 22 maggio 2025
 
papa Francesco
 

«Il Libano non è solo», giornata di preghiera e digiuno

04/09/2020  Seguendo l'invito di papa Francesco oggi in tutto il mondo si prega per il LIbano. Intanto il cardinale Parolin è stato inviato a Beirut come emissario per confortare la popolazione.

Lo aveva annunciato durante la scorsa udienza generale: una giornata di preghiera e digiuno per il Libano. Per non lasciarlo solo: «Il Libano ha bisogno del mondo», aveva detto papa Francesco «ma il mondo ha anche bisogno di quell’unico esperimento di pluralismo che è il Libano». Aveva baciato la bandiera del Paese dei cedri portata nel cortile di San Damaso dapadre Georges Bredi, 35 anni, della congregazione dei missionari linbanesi maroniti. E aveva chiesto che, mentre il 4 settembre, in tutto il mondo si sarebbe cominciato il digiuno e la preghiera, il suo segretario di Stato , Pietro Parolin, andasse a Beirut per parlare ai leader religiosi riuniti nella cattedrale di San Giorgio. Dopo l’incontro nella cattedrale maronita, Parolin ha presieduto la messa al Santuario di Harissa, nostra Signora del Libano. La visita coincide anche con il  mese dall’esplosione nel porto che ha provocato 220 morti, seimila feriti e 300 mila sfollati.
«La nostra sofferenza», ha detto il cardinale, «può aiutarci a purificare le nostre intenzioni e a rafforzare la nostra determinazione a vivere insieme in pace e dignità, a lottare per un migliore governo che favorisca la responsabilità e la trasparenza». L’inviato del Papa ha ricordato che solo «insieme possiamo sconfiggere la violenza e ogni forma di autoritarismo, promuovendo una cittadinanza inclusiva basata sul rispetto dei diritti e dei doveri fondamentali». Infine il cardinale Parolin si è detto sicuro che «i libanesi ricostruiranno il loro Paese, con l’aiuto degli amici e con lo spirito di comprensione, dialogo e convivenza che li ha sempre contraddistinti». Non sono mancate le sottolineature sulla crisi economica e sulla tragedia della pandemia che «ha aggravato la situazione». E poi la «tragica esplosione nel porto di Beirut che causato una terribile miseria». Ma se è vero che, in quest momento, i libanesi «vivono momenti di sconforto. Sono sopraffatti, esausti e frustrati, non sono soli». Ed è da questa solidarietà che bisogna ripartire sotto la protezione di Nostra Signora di Harissa, sapendo che, anche grazie a lei, come aveva detto papa Francesco, «si diffonde il profumo della convivenza in tutta la regione del Medio Oriente».

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