Con quale spirito celebrare la Giornata mondiale dell’infanzia 2018? Lo chiediamo a Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Originaria di Lucera (Foggia), 49 anni, la Garante è in carica dal 2016, dopo un’ esperienza professionale nel settore della magistratura.
«Lo spirito», risponde, «è prima di tutto di festa perché è la celebrazione del 29° anniversario della firma della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia. Ovviamente, come tutte le celebrazioni, è anche un momento per tracciare un bilancio, quindi lo spirito è ambivalente.
La convenzione ha determinato l’inizio di una rivoluzione culturale e in Italia la rivoluzione è ancora in corso».
Quali sono gli aspetti rivoluzionari della Convenzione?
«La rivoluzione comporta che i bambini e i ragazzi devono essere al centro, titolari di diritti propri, soggetti autonomi di diritto. Questa consapevolezza comporta la ricerca di un nuovo equilibrio nelle relazioni fra gli adulti e i bambini e i ragazzi. Un equilibrio non più impostato in termini di autorità e di potestà dei genitori, ma in termini di autorevolezza e di responsabilità».
Quali sono le principali criticità che riguardano i minori in Italia?
«Sono tante. Posso dire che l’Italia è un paese faro sul fronte dell’affermazione dei diritti e anche dei diritti delle persone di minore età, ma sul piano della attuazione pratica c’è ancora tanto da fare. L’emergenza è rappresentata dalle pari opportunità per tutti i bambini e i ragazzi. Uno dei principi fondamentali della Convenzione di New York che viene sistematicamente disatteso. Senza le pari opportunità per i minori vengono inficiate le loro possibilità di crescita e di utilizzo dei talenti e le attitudini».
La povertà è una emergenza?
«Le povertà minorili sono cresciute tantissimo. Ci sono 1 milione e 200 mila bambini in povertà assoluta, un numero enorme. Per i bambini essere poveri significa non avere le stesse opportunità educative dei coetanei. Inoltre il bambino povero ha meno relazioni ed è più solo».
Di fronte a queste realtà oggi qual è il suo compito?
«L’Autorità garante dei diritti dell’infanzia è una istituzione nuova, deve sedimentarsi ed essere conosciuta sempre di più. Il suo ruolo è quello di ponte fra i bambini e i ragazzi e le istituzioni. Intercetta i bisogni e le esigenze dei minori e li trasforma in diritti esigibili, portandoli all’attenzione delle istituzioni che devono provvedere».
Oggi in Italia c’è questa attenzione da parte delle istituzioni?
«Non basta mai, anche perché gli ambiti di fragilità sono tantissimi. Ci sono i bambini e i ragazzi che sono sempre di più vittime e autori di atti di aggressività nei confronti dei loro coetanei, oppure sono vittime di separazioni conflittuali dei genitori. Ogi firmeremo la carta dei diritti dei figli dei detenuti, per accendere i riflettori sui minori che hanno i genitori in carcere o che vivono in carcere con i genitori.Gli ambiti che necessitano interventi sono davvero tanti».