Vi giro una domanda che mio figlio, in terza elementare, ci ha fatto per realizzare un sondaggio proposto dalla maestra. Qual è il giorno peggiore/migliore della settimana? Facile, direte voi, e invece potreste essere sorpresi se proporrete il gioco in famiglia... Io velocissimo ho risposto il lunedì, quando riprende la settimana lavorativa, concorde con mio figlio, che però come giorno bello ha preferito il sabato alla mia domenica, perché c’è la sua partita di calcio. Mi ha invece meravigliato il nostro secondo bambino, che ama il sabato perché si dorme di più, ma odia il mercoledì perché all’asilo danno il minestrone che lui odia. E soprattutto mia moglie, indecisa sul giorno più bello, ma secca sul più brutto, la domenica, perché «è piena di doveri, la Messa, i mestieri, il pranzo obbligato dai suoceri, qualche telefonata ai parenti spesso lamentosi, i compiti del grande e tutte le altre cose che si programma di fare quel giorno e immancabilmente non si riesce a concludere». WALTER
— Caro Walter, sarò secca anch’io: tua moglie ha bisogno urgentemente di una vacanza, magari breve, ma piacevole al punto da dimenticare il male dei mali: il senso di colpa. Purtroppo trattasi di qualcosa che spesso non conosce misura: se ne si è affetti, lo si è in grandi dosi. Se non lo si prova, se ne ignora persino la possibilità. Preciso: capisco il suo stato d’animo e lo ricordo bene, ma con la saggezza che tinge il passare dell’età, se gli si lascia la porta aperta, vorrei dire che dopo la vacanza occorre fermarsi un momento, per parlare voi due della domenica, con la tranquillità che aiuta la riflessione.
Sulla Messa non mi esprimo perché la ritengo una grande occasione per riportarsi al centro della vita, anche se talvolta si riesce a farlo “nonostante” certe prediche, mentre sul pranzo obbligato dai nonni mi permetto di dire che potrebbe non essere così e, proprio per questo, più piacevole. Basterebbe pensare che ci sono decine e decine di giovani che vivono ormai a centinaia e migliaia di chilometri di distanza dalle famiglie d’origine, i cui genitori sognerebbero di poterli vedere qualche volta all’anno...
Il paragone dovrebbe essere scontato per chi ha la fortuna di avere i figli vicini e dovrebbe far gioire, anche se la routine domenicale subisce qualche intoppo, ma forse sarete costretti a segnalare questa evidenza come magari l’ovvietà che è bello vedersi e sentirsi anche senza lamentarsi di tutto... Scusa se mi azzardo un po’, ma penso che nessun genitore dovrebbe seminare il senso di colpa, che non fa crescere amore sano ma alimenta solo inerme tristezza