(Foto Reuters)
Il vento dei giovani italiani soffia a favore dell'Europa. A dispetto delle tendenze anti-europeiste che si stanno diffondendo in molti Paesi, i ragazzi italiani dai 19 ai 25 anni (il 92% degli intervistati) si sentono pienamente cittadini europei, molto più dei loro coetanei tedeschi, austriaci e inglesi, un po' meno di quelli spagnoli, rumeni e anche albanesi, per i quali l'Europa è ancora un sogno, dato che l'Albania sta aspettando di essere integrata nell'Ue.
A dirlo sono i dati di una ricerca realizzata dal progetto europeo "Europe 2038", condotta in sette Stati europei, per l'Italia dall'Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Psicologia, centro di ricerca dulle Dinamiche evolutive ed educative), con il coordinamento della professoressa Simona Caravita. La ricerca ha indagato e raccolto le opinioni sull'Europa e sul suo futuro dei giovani fra i 19 e i 25 anni italiani, spagnoli, rumeni, albanesi, austriaci, tedeschi e britannici (l'Italia ha partecipato con 800 intervistati), con lo scopo di delineare una visione comune, condivisa sull'Unione europea e, con i questi dati, aiutare magari le istituzioni nazionali ed europee a progettare delle politiche ah hoc per i giovani cittadini.
Il rispetto per i diritti umani è un valore condiviso dalla maggioranza dei ragazzi del nostro Paese, che hanno ben chiare anche le idee di democrazia, giustizia e valorizzazione delle diversità come fondamenti dell'Unione europea. La salvaguardia dei diritti umani è una priorità del prossimo futuro per il 48% dei giovani, seguita dalla promozione dell'istruzione (48%), la sicurezza (38%), la difesa di donne e bambini (rispettivamente 24 e 20%). Le maggiori preoccupazioni? Il terrorismo (oltre il 44%) e la disoccupazione (41%). Immigrazione e ambiente sono temi meno importanti, seguiti dalla criminalità, l'ingiustizia, la povertà, il timore di una dittatura. Eppure, nonostante abbiano chiare in testa le preoccupazioni e le problematiche, siano consapevoli di quali siano le prorità da affrontare nel futuro, fra i giovani europei prevale un atteggiamento di passività: in pochi si documentano sui problemi, pochi si lasciano davvero coinvolgere nel dibattito su tematiche europee. Insomma, voglia di Europa sì, ma che siano gli altri, i più adulti a pensarci.