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sabato 15 marzo 2025
 
 

Paperoni della filantropia

12/02/2013  Cambia l'identikit del grande donatore: pur rimanendo la maggioranza, non ci sono più soltanto uomini bianchi anziani, ma anche giovani e coppie

Stilata negli Usa la classifica dei 50 uomini più "generosi" del pianeta. E non mancano le sorprese a partire dall'identikit tradizionale che vede la combinazioni di tre prerogative fino a oggi mai messe in discussione: maschio, bianco, anziano.


Nel complesso, sono stati destinati a opere di bene qualcosa come 7,4 bilioni di dollari, con una donazione media di quasi 50 milioni di dollari. Per lo più, questi fodni sono stati destinati a grandi istituti, per lo più impegnati nel settore educativo, artistico, culturale. Oltre che agli ospedali e alle fondazioni private. 

Più che per i grandi temi come la "fame nel mondo", si è registrato un ritorno all' "investimento" per rispondere a esigenze specifiche locali provocate dai profondi tagli operati dagli Stati e dalle amministrazioni. Un esempio? L'aumento sensibile delle tasse per le iscrizioni al college.  

In testa alla classifica dei filantropi troviamo Warren Buffett, imprenditore ed economista statunitense soprannominato "l'oracolo di Omaha". Le sue partecipazioni in colossi come Coca Cola, Gillette, McDonald's e Walt Disney gli hanno consentito nel corso del 2012 di destinare in beneficenza qualcosa come 3,1 bilioni di dollari. Principali beneficiari, i bambini.


Secondo in graduatoria, il giovane e rampante inventore di Facebook Mark Zuckerberg che insieme con la moglie Priscilla Chan ha devoluto quasi 500 milioni di dollari per sostenere la Fondazione della Silicon Valley, luogo simbolo del sogno high tech americano. 

E proprio i magnati della tecnologia sono la vera novità di quest'anno nel mondo delle charity: oltre a Zuckerberg, infatti, troviamo al quarto posto Paul Allen, cofondatore di Microsoft che ha donato oltre 309 milioni alla sua fondazione che si occupa di ricerca medica; al quinto, è il turno di Sergey Brin e Anne Wojcicki, che hanno aiutato concretamente la fondazione di Michael Jay Fox che si occupa di prevenzione e studio della sindrome di Parkinson. 

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