Il Papa durante l'omelia in Piazza del Plebiscito (Reuters).
È un appello ai giovani e un appello ai criminali quello che il Papa lancia durante l'omelia della messa celebrata in piazza plebiscito. Ai napoletani, e in particolare ai giovani, papa Francesco si rivolge per dire: «Non cedete alle lusinghe di facili guadagni o di redditi disonesti. Questo è pane per oggi e fame per domani, non ci può portare niente. Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani che sfruttano e corrompono i deboli con il cinico commercio della droga e altri crimini. Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente. La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto di questa bella città e di più non sfigurino la gioia nel vostro cuore napoletano».
E ai corrotti, come già aveva fatto esattamente un anno fa celebrando con don Luigi Ciotti la giornata in ricordo delle vittime delle mafie, il Papa torna a chiedere conversione: «Ai criminali e a tutti i loro complici oggi io umilmente come fratello ripeto: convertitevi all’amore e alla giustizia, lasciatevi trovare dalla misericordia di Dio, siate consapevoli che Gesù vi sta cercando per abbracciarvi, per baciarvi, per amarvi. Con la grazia di Dio che perdona tutto e pedona sempre è possibile ritornare a una vita onesta. Ve lo chiedono anche le lacrime delle madri di Napoli mescolate con quelle di Maria, la madre celeste invocata a Piedrigrotta. Queste lacrime sciolgano la durezza di cuore e riconducano tutti alla via del bene».
Il doppio appello, centro del discorso alla città, in una piazza plebiscito gremita, viene accolto da applausi mentre il Papa prosegue a braccio: «Oggi comincia la primavera e la primavera porta speranza, oggi per Napoli è tempo di riscatto. Questo è il mio augurio e la mia speranza per una città che ha in se tante potenzialità spirituali, culturali e umane, e soprattutto tanta capacità di amare. Le autorità, le istituzioni, le varie realtà sociali e i cittadini, tutti insieme e concordi, possono costruire un futuro migliore. E il futuro di Napoli non è ripiegarsi rassegnata su sé stessa, questo non è il futuro di Napoli. Il futuro di Napoli è dare largo alla speranza, aprirsi con fiducia al mondo».
«Dio vive a Napoli», ripete due volte papa Francesco prima di benedire ancora una volta la città e i suoi abitanti. Ricordando che a Dio tutto e possibile e che il riscatto può venire solo tenendo Dio al centro della nostra vita. Ed è per questo che, al termine dell'omelia, come già aveva fatto a metà del suo discorso, fa ripetere ancora una volta all apiazza, per tre volte, tutti insieme: «Gesù è il Signore».