Meglio diffidare delle imitazioni. Specialmente se sbiadite, scolorate, smorte. «Chi, potendo scegliere fra un originale e una copia, sceglierebbe la copia?». Se l'è chiesto, stamane papa Francesco nella consueta udienza generale del mercoledì, in piazza San Pietro, inaugurando una serie di catechesi dedicata ai comandamenti. «Ecco la sfida», ha proseguito Jorge Mario Bergoglio: «Trovare l’originale della vita, non la copia». «Gesù non offre surrogati, ma vita vera, amore vero, ricchezza vera!», ha ammonito il Papa: «Come potranno i giovani seguirci nella fede se non ci vedono scegliere l’originale, se ci vedono assuefatti alle mezze misure? È brutto trovare cristiani a mezza misura, cristiani "nani", che crescono fino a certa statura e poi no, cristiani col cuore rimpiccolito, chiuso, è brutto trovare questo!», ha esclamato a braccio: “Ci vuole l’esempio di qualcuno che mi invita a un ‘oltre’, a un ‘di più’. Sant’Ignazio lo chiamava il ‘magis’, il fuoco, il fervore dell’azione, che scuote gli assonnati».
«La strada di quel che manca passa per quel che c’è», la proposta di Francesco: «Gesù non è venuto per abolire la legge o i profeti ma per dare compimento. Dobbiamo partire dalla realtà per fare il salto in quel che manca. Dobbiamo scrutare l’ordinario per aprirci allo straordinario». «In queste catechesi – ha annunciato il Papa a proposito del contenuto dei prossimi mercoledì – prenderemo le due tavole di Mosè da cristiani, tenendoci per mano a Gesù, per passare dalle illusioni della giovinezza al tesoro che è nel cielo, camminando dietro di lui. Scopriremo, in ognuna di quelle leggi, antiche e sapienti, la porta aperta dal Padre che è nei cieli perché il Signore Gesù, che l’ha varcata, ci conduca nella vita vera. La sua vita. La vita dei figli di Dio».
«Come si passa dalla giovinezza alla maturità? Quando si inizia ad accettare i propri limiti», ha aggiunto il Pontefice. «Accettare i propri limiti è il passaggio dalla giovinezza alla maturità», ha ribadito a braccio ai 15 mila presenti in piazza San Pietro: “Si diventa adulti quando ci si relativizza e si prende coscienza di quello che manca”, quando si riconosce che tutto quello che si può fare “non supera un tetto, non va oltre un margine”.
«Com’è bello essere uomini e donne! Com’è preziosa la nostra esistenza! Eppure c’è una verità che nella storia degli ultimi secoli l’uomo ha spesso rifiutato, con tragiche conseguenze: la verità dei suoi limiti, dei propri limiti», ha denunciatoi Francesco, che ricorda come Gesù, nel Vangelo, proclama di essere venuto “non ad abolire, ma a dare pieno compimento” alla legge. “Il Signore Gesù regala il compimento, è venuto per questo”, ha sottolineato il Papa a proposito del “salto” che il protagonista del brano evangelico citato all’inizio della catechesi doveva compiere, «dove si apre la possibilità di smettere di vivere di sé stessi, delle proprie opere, dei propri beni e – proprio perché manca la vita piena – lasciare tutto per seguire il Signore”. “Nell’invito finale di Gesù – immenso, meraviglioso – non c’è la proposta della povertà, ma della ricchezza, quella vera”, ha precisato il Papa citando il brano in questione: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!» .