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martedì 24 giugno 2025
 
decreto sicurezza
 

Leoluca Orlando attua la disobbedienza: avvia l'iscrizione all'anagrafe di quattro migranti

02/02/2019  Atto doveroso, ha detto il primo cittadino, sostenuto da un girotondo cittadino e da un regolamento dell'Università di Palermo che ha ammesso uno studente in attesa dello status di rifugiato

Lo aveva detto e lo ha fatto. Ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha disposto le verifiche della Polizia municipale per avviare definitivamente le prime iscrizioni all’anagrafe di Palermo di quattro stranieri: tre uomini di nazionalità Bengalese e una donna Libica, le cui richieste d’iscrizione all’anagrafe comunale erano state ritenute irricevibili dai dipendenti del Comune in base al Decreto sicurezza. “Firmare questi atti – dice Orlando con un comunicato ufficiale– è per un Sindaco che ha giurato fedeltà alla Costituzione ed allo Statuto Comunale un atto praticamente dovuto, perché questi due “estremi” del nostro Diritto, in sintonia l’uno con l’altra, ci dicono che la tutela dei diritti collettivi va di pari passo con la tutela dei diritti dei singoli, perché solo così si garantisce e si costruisce vera sicurezza di tutta la comunità locale”.

La disposizione è stata firmata ieri pomeriggio a Villa Niscemi al termine di una riunione di giunta comunale. Adesso i vigili urbani dovranno accertare che i migranti siano realmente domiciliati lì dove hanno dichiarato e poi l’iscrizione diventerà effettiva con data retroattiva. “E’ un provvedimento amministrativo che ha basi giuridiche ed amministrative solide anche se qualcuno parlerà di provvedimento politico”, dice Orlando. I quattro migranti hanno tra i 26 e i 49 anni e sono in possesso di regolare permesso di soggiorno in corso di validità o per motivi umanitari, protezione internazionale o come richiedenti asilo.

Uno di loro ha richiesto l’iscrizione all’anagrafe per poter avere un contratto regolare di lavoro. “La disposizione parte da un presupposto – dice Orlando - la situazione normativa determinata dall’entrata in vigore dell’articolo 13 del Decreto Sicurezza è di evidente difficoltà interpretativa perché si creano conflitti con norme tutt'ora in vigore”. Nell’atto, il sindaco cita in particolare due leggi: la n. 1228/1954 e il Decreto legislativo 286/1998. La norma del ’54 (all’articolo 2), recita: “È fatto obbligo ad ognuno di chiedere per sé e per le persone sulle quali esercita la patria potestà o la tutela, l’iscrizione nell’anagrafe del comune di dimora abituale (…) Ai fini dell’obbligo di cui al primo comma, la persona che non ha fissa dimora si considera residente nel comune dove ha stabilito il proprio domicilio. La persona stessa, al momento della richiesta di iscrizione, è tenuta a fornire all’ufficio anagrafe gli elementi necessari per lo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio. In mancanza del domicilio, si considera residente nel comune di nascita”. Il decreto legislativo del ’98 (all’articolo 6, comma 7), stabilisce invece che “le iscrizioni e variazioni anagrafiche dello straniero regolarmente soggiornante sono effettuate alle medesime condizioni dei cittadini italiani con le modalità previste dal regolamento di attuazione. In ogni caso la dimora dello straniero si considera abituale anche in caso di documentata ospitalità da più di tre mesi presso un centro di accoglienza. Della avvenuta iscrizione o variazione l’ufficio dà comunicazione alla questura territorialmente competente”.

Così adesso per i quattro migranti che hanno richiesto l’iscrizione anagrafica al Comune di Palermo (i primi di una lista che ne conta 200), il traguardo è davvero vicino. “Subito dopo la verifica da parte della polizia municipale – spiega ancora Orlando - scatterà l’iscrizione sulla piattaforma ‘Anagrafica Host’. E ciò avverrà con l’utilizzo delle mie credenziali personali, così da risponderne direttamente”. Da Palermo un altro segnale di accoglienza arriva anche dall’Università che proprio ieri ha annunciato di avere ammesso tra i propri iscritti un giovane richiedente asilo.

L’Ateneo si è infatti dotato di un regolamento interno che consente anche a chi è in attesa dello status di rifugiato ed ha un permesso temporaneo, di iscriversi a un ciclo di studi, aggirando così i paletti del decreto sicurezza. Lui si chiama Njifon Mouhamed Chamwil, per tutti Cham, arriva dal Camerun e studierà Lettere moderne e studi interculturali al dipartimento di Scienze Umanistiche.

Intanto oggi pomeriggio al Comune di Palermo in centinaia hanno partecipato all’iniziativa organizzata a sostegno dei sindaci “disobbedienti” formando un grande girotondo attorno ai Palazzo comunali dei sindaci che hanno denunciato l’incostituzionalità del decreto.

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