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giovedì 14 novembre 2024
 
 

Giù le mani dal polpo Paul!

23/01/2011  Una sponsorizzazione inglese mette in dubbio le origini del cefalopode che azzeccava i pronostici del Mundial. Ma lui era nato all'Elba e un libro...

Una delle più serie realtà del nostro tempo, commisurando una vicenda alle altre terribili ma poco serie che ci ammorbano, quella del polpo Paul che forniva pronostici esatti (otto su otto) sul campionato del mondo di calcio 2010 in Sudafrica, che è  divenuto cenere dopo la morte serena e la cremazione, e che come cenere illustre è stato tumulato l’altro giorno in un monumento all’acquario di Oberhausen, Germania, una seria realtà dicevamo è al centro di un contenzioso, e rischia di patire il ridicolo: che non è per Paul il finire in padella, ma il finire, più che bollito o fritto, macerato  nel contenzioso sulla sua origine.

    Lo proclamò nativo nel mare dell’isola d’Elba, in una serata celebrativa dello scorso settembre,  Verena,  la giovane tedesca che raccontò di averlo comprato per pochi euro, con altri fratellini cefalopodi, da un pescatore dell’isola toscana da lei amatissima, e di averlo venduto all’acquario della città tedesca, dopo avere provveduto in un altro acquario, a Coburg, al suo addestramento diciamo calcistico. Nel senso che il polpo è animale intelligente, molto sensibile anche ai rapporti con gli umani, e se lo si orienta su certi colori, li predilige alla sua maniera, ad esempio circondando col suo corpo la teca che li espone sott’acqua.

   Così, eccitato dal rosso e dal giallo, Paul abbracciava con i suoi otto tentacoli specialmente le teche imbandierate di rosso e di giallo, i colori anche calcistici della Spagna, della Germania, casomai (arancione, rosso più giallo) dell’Olanda, le sue squadre preferite, e guarda caso protagoniste del Mundial del pallone. Un polpo così, di repente popolarità planetaria, fa gola come simbolo, attrazione, connotazione. E allora mentre l’Elba se lo rivendicava, gli inglesi della Merlin Entertainement, una multinazionale degli acquari nel mondo, sostenevano che era lo stesso loro polpo che nel 2008 aveva fornito pronostici quasi sempre validi (a parte la finale) per il campionato europeo di calcio. E come tale Paul è stato cremato e fatto monumento (lui che con i suoi tentacoli abbraccia dall’alto quel pallone che è il mondo) nel nome della Sea Life, la catena dei grandi acquari della Marlin, dunque la sua mamma commerciale, con l’acquario di Oberhausen consenziente e felice comunque del “richiamo” che ospita.

     Ma Paul non può essere quello del 2008 (fra l’altro con addirittura ipotesi di nazionalità spagnola), per la semplice ragione che, come dicono i testi scientifici, un polpo in cattività raramente supera, e casomai di pochissimo, l’anno di vita, mentre soltanto una specie gigantesca può arrivare ai tre anni, però vivendo in una vasta piscina. Verena lo acquistò cucciolo di polpo nel 2010, mese, di aprile all’Elba, la sua morte dopo neanche un anno sta nella logica della specie, nell’esperienza scientifica, Paul è elbano ma intanto a Oberhausen la parola Elba sta soltanto nell’insegna di una pizzeria di italiani.

    Ecco la storia, che forse avrà sviluppi. Intanto in Cina hanno girato un trhiller televisivo (“Chi ha ucciso il polpo Paul?"), in India orafi celebri hanno dedicato al cefalopode pronosticatore calcistico gioielli preziosi, se stampa scritta e radiotelevisiva e on line si è occupata e si occupa di Paul, mentre in Italia sta per essere data alle stampe, e in quattro lingue, la storia fantastica, ovviamente di sfondo elbana, del polpo Paul, scritta da Luciano Minerva giornalista amico di Paul, dell’isola d’Elba e della verità.

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