Un'immagine del Giubileo dei ragazzi. Foto: Agensir.it. In alto: il Papa confessa alcuni adolescenti in Piazza San Pietro.
Non sentono la fatica delle lunghe code. Non perdono il buon umore. I circa 70 mila adolescenti che stanno dando vita a Roma al Giubileo dei ragazzi coltivano un costante clima di gioia. Il che non si significa non affrontare il tema ("Crescere misericordiosi come il Padre") per cui hanno macinato chilometri e ore di viaggio. Arrivano da tutta Italia, ma anche da Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Corea del Sud, Albania, Argentina, Cile e Usa. Ad accoglierli, nella mattinata di sabato 23 aprile, è stato proprio papa Francesco che in un tweet ha scritto: «Cari ragazzi e ragazze i vostri nomi sono scritti nel cielo, nel cuore
misericordioso del Padre. Siate coraggiosi, controcorrente!». Bergoglio ha fatto anche di più, confessando, per circa un’ora, 16 di loro, insieme ad un centinaio di sacerdoti, in Piazza San Pietro.
Ieri sera,
musica e testimonianze si sono alternate
in un evento di festa allo Stadio Olimpico. A loro Francesco si è
rivolto con un videomessaggio, in attesa di incontrarli oggi, al
culmine del loro Giubileo, nella Messa che presiede in Piazza San
Pietro alle 10.30. Bergoglio si è rammaricato di non averli potuti raggiungere di persona, ma ci ha tenuto a far sapere ai
giovani che segue le loro iniziative e li ringrazia per la pacifica
invasione di Piazza San Pietro, trasformata ore prima in un enorme
confessionale, e per avere attraversato la Porta Santa: «Non dimenticate che la Porta indica
l’incontro con Cristo, che ci introduce all’amore del Padre e ci chiede
di diventare misericordiosi, come Lui è misericordioso».
Un'immagine del Giubileo dei ragazzi. Foto: Agensir.it
Le opere di misericordia corporale –
riportate sulla bandana donata ai giovani in occasione del Giubileo –
appartengono alla vita di tutti i giorni, ha spiegato papa Francesco, e
permettono di riconoscere il volto di Gesù nel volto di chi incrocia il
nostro cammino, soprattutto i più deboli: profughi, forestieri,
ammalati: «Essere misericordiosi vuol dire
anche essere capaci di perdono. E questo non è facile, eh? Può succedere
che, a volte, in famiglia, a scuola, in parrocchia, in palestra o nei
luoghi di divertimento qualcuno ci possa fare dei torti e ci sentiamo
offesi; oppure in qualche momento di nervosismo possiamo essere noi ad
offendere gli altri. Non rimaniamo con il rancore o il desiderio di
vendetta!».
Perdonare e dimenticare il torto
ricevuto, ha detto il Papa, serve ad essere veri testimoni di misericordia e
l’obiettivo è semplice: comprendere l’insegnamento di Gesù ci permette
di sperimentare la vera felicità. Ma perché ciò sia possibile bisogna
disporsi nella giusta maniera: «Ragazzi, quante volte mi capita di
dover telefonare a degli amici, però succede che non riesco a mettermi
in contatto perché non c’è campo. Sono certo che capita anche a voi, che
il cellulare in alcuni posti non prenda... Bene, ricordate che se nella
vostra vita non c’è Gesù è come se non ci fosse campo! Non si riesce a
parlare e ci si rinchiude in se stessi. Mettiamoci sempre dove si
prende! La famiglia, la parrocchia, la scuola, perché in questo mondo
avremo sempre qualcosa da dire di buono e di vero».