Papa Francesco in una foto d'archivio, scattata il primo ottobre 2014. In alto: alla veglia per il Giubileo mariano, sabato 8 ottobre 2016. Tutte le immagini di questo servizio sono dell'agenzia Reuters.
Del Rosario ha parlato venerdì 7 ottobre, dedicandogli un tweet. E del Rosario, dopo averlo pregato, è tornato a parlare nella Veglia che sabato 8 ha guidato in Piazza San Pietro, prologo orante del Giubileo mariano. «Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi è la preghiera del mio cuore», ha twittato Francesco. «La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi», ha ribadito il Papa.
Sul sagrato, le varie statue della Vergine venerate in 94 santuari mariani di diversi paesi del mondo, giunte in processione da via della Conciliazione da Banneux (Francia) come da Altötting
(Germania, tanto cara a Benedetto XVI) o da Aparecida (nel cuore del latinoamericano Jorge Mario Bergoglio). Tra le varie staturte della Vergine, anche quella di Amatrice. Il
pensiero è andato inoltre alle attese e alle sofferenze dell’umanità di oggi in
special modo alle vittime dell’uragano Matthew ad Haiti.
Gesù «va incontro a tutti nelle varie necessità della vita», ha detto papa Francesco, e Maria «ci accompagna in questo cammino», ha assicurato. «In questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria», ha proseguito Bergoglio. Intensa e raccolta la preghiera dei
misteri gloriosi: Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione di
Maria e la sua incoronazione a Regina del Cielo e della terra. Secondo il Papa, «la preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia».
«I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti», ha spiegato il Papa. Maria, ha aggiunto, «è davvero l’Odigitria, la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù». «In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa
di compiere in memoria perenne di Cristo». Ne è convinto il Papa, che al
termine della Veglia di preghiera per il Giubileo mariano ha spiegato
come nella fede della Madonna «vediamo come aprire la porta del nostro
cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto
dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime,
troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore». «In ognuno di
questi momenti – è la sintesi offerta da Francesco – Maria esprime la ricchezza
della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità
quotidian»e. Maria, in altre parole, davvero ci permette di comprendere cosa
significa essere discepoli di Cristo.
Il suo «primo atto», ha
ricordato il Papa, «è stato quello di porsi in ascolto di Dio»: «Ha
obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per
accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù,
mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca; ha
conservato tutto nel suo cuore ed è diventata memoria vivente dei segni
compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede». Tuttavia, «non
basta soltanto ascoltare», l’ascolto è «il primo passo» che «ha bisogno
di tradursi in azione concreta», perché «il discepolo, infatti, mette
la sua vita al servizio del Vangelo». È così che Maria «si recò subito
da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza; a Betlemme diede alla
luce il Figlio di Dio; a Cana si prese cura di due giovani sposi; sul
Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di
Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa; dopo la
Risurrezione, rincuorò gli apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello
Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo».