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sabato 07 settembre 2024
 
 

Giulia Fabbri: «Un po' somiglio a Mary Poppins»

09/03/2018  La giovane attrice e cantante porta sul palcoscenico la bambinaia più amata di tutti i tempi. «Era il mio film preferito: è un sogno che si realizza»

Dal sorriso e dalla dolcezza è dif€cile immaginarla nei panni di una severa bambinaia, dotata di borsa, cappello e ombrello come una vera signora. Giulia Fabbri è una giovane donna di 30 anni e veste, dal 13 febbraio, i panni di Mary Poppins sul palco del Teatro Nazionale di Milano nella prima produzione di Orsola Vetri italiana del famoso musical. In una versione dove troviamo le indimenticabili canzoni del €film Disney, incredibili coreogra€e, effetti speciali, costumi sontuosi e l’originalità della storia dedicata alla tata più famosa di tutte. Dopo un film da Oscar nel 1964, un musical a Broadway nel 2004, la responsabilità è grande.

Incontriamo Giulia a pochi giorni dal debutto, emozionata ma preparata: «Mary Poppins è stato uno dei miei fi€lm preferiti da bambina, lo conosco a memoria. Avevo già visto lo spettacolo teatrale a Londra con amici e ora realizzo un vero e proprio sogno interpretando questa parte». Un amore per il canto scoperto e nutrito sin dai 16 anni. Inizialmente per gioco con la parrocchia e poi la scoperta di avere talento: «Una passione che ha preso subito fuoco. Per fortuna i miei genitori mi hanno sostenuta in ogni senso. Soprattutto nella scelta di intraprendere questo mestiere. È fondamentale per iniziare e per andare avanti».

Un mestiere che prevede, almeno in questo caso, «prove faticose per otto ore al giorno. Concentrazione e pazienza. La scenografia è imponente, è un po’ come fare Giochi senza frontiere... Oltre al canto, le prove tecniche sono davvero stancanti. La sera arrivo a casa che sono da buttare. Ma molto soddisfatta».

Giulia non ha avuto tate, ma due nonne che lo sono state a tutti gli effetti: «La nonna Edera mi teneva, poiché i miei genitori lavoravano in banca, proprio come Mr. Banks... Sarà un destino? Comunque ai miei occhi di bambina la nonna faceva magie. In dieci minuti rendeva la casa pulita e ordinata, stirava in due minuti una camicia e, come niente fosse, preparava un pranzo delizioso. Per me erano superpoteri, come quelli di Mary Poppins».

Un confronto inevitabile con la grande Julie Andrews fa strabuzzare gli occhi della bella Giulia: «È la ragione per cui faccio questo mestiere. Mi ha sempre illuminato e mi illumina ora che interpreto Mary Poppins. Ma l’ho amata anche in Tutti insieme appassionatamente. È un’artista completa, elegante, aggraziata, dolce, accattivante e... non ho più aggettivi. Non si dà arie da diva, sembra essere una di famiglia. Potrei parlare di lei per ore. E il confronto non esiste. Non ci provo nemmeno. Lei è semplicemente la grande Julie Andrews. Questo musical di cui faccio parte è il nostro spettacolo, con il nostro messaggio da trasmettere».

Un messaggio molto chiaro. Mary Poppins dà vita a una metafora che parla a tutte le famiglie del mondo, anche se si svolge in un altro periodo storico. È il racconto di una famiglia i cui membri si stanno perdendo, allontanando. Mary Poppins arriva per aiutarla e soprattutto per salvare il padre, Mr. Banks, e per dirci che la cosa più importante è la famiglia. Se c’è ed è unita tutto si può risolvere. «Di Mary Poppins amo il suo essere contraddittoria», spiega Giulia Fabbri, «il suo negare sfacciatamente di aver fatto qualcosa, il suo essere vanitosa, saccente e arrogante, senza risultare mai antipatica, il suo sentirsi al di sopra di tutto. Ma ha un cuore enorme, perché dedica la sua vita ad aiutare altre famiglie. E quando le cose funzionano, le dispiace, ma deve partire. Fa un passo indietro con dolore. Perché il suo compito è essere sempre dove c’è bisogno di lei. Insomma, mette avanti il benessere degli altri e non il suo».

E quanto le assomiglia Giulia Fabbri? «È davvero una sfi€da interpretare un personaggio che è sempre così controllato. Io mi sento generosa come lei. Emotiva, forse anche in questo caso come lei, che però non mostra mai i sentimenti. Ma so che li ha. E poi in comune abbiamo l’ironia e una vena di pazzia. Ma non direi mai di essere “perfetta sotto ogni aspetto”. Anche se io, almeno in scena, non posso mai sbagliare».

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