Finalmente sul palcoscenico del Teatro Costanzi torna un grande titolo del testo musicale barocco. Dal 13 al 21 ottobre va in scena Giulio Cesare in Egitto, il capolavoro di Georg Friedrich Händel rappresentato per la prima volta il 20 febbraio 1724 al King’s Theatre di Haymarcket a Londra.
Lo spettacolo arriva per la prima volta in Italia dopo aver debuttato nel maggio 2022 al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi ed essere andato in scena anche all’Opéra National de Montpellier e all’Opera di Lipsia, teatri che lo coproducono assieme alla Fondazione Capitolina.
La regia è di Damiano Michieletto, mentre la direzione musicale è affidata a Rinaldo Alessandrini, grande specialista del repertorio barocco, per la prima volta alla guida dell’orchestra dell’Opera di Roma. Clavicembalista, organista e fortepianista, Alessandrini è regolarmente impegnato come direttore nei teatri più prestigiosi del mondo, dalla Scala a La Monnaie di Bruxelles, passando per la Carnegie Hall di New York, il Liceu di Barcellona e molti altri. Ha fondato l’ensemble Concerto Italiano, con il quale ha vinto il Premio Abbiati. Apprezzate e premiate le sue incisioni discografiche di Monteverdi, Bach e Vivaldi.
Protagonisti sul palco sono tre tra i più grandi controtenori di oggi: Raffaele Pe, nel ruolo del titolo, Carlo Vistoli come Tolomeo e Aryeh Nussbaum Cohen nella parte di Sesto Pompeo. I tre cantanti saranno inoltre impegnati nel concerto I tre controtenori in programma venerdì 20 ottobre alle ore 20 al Teatro Costanzi e in diretta su Rai Radio3. Un altro appuntamento da non perdere, viste le qualità dei tre artisti. Nelle recite del 17 e del 19 ottobre, la parte di Tolomeo sarà invece affidata al controtenore francese Rémy Brès-Feuillet, che l’ha già interpretata nell’allestimento di Michieletto a Lipsia.
Accanto a loro, nell’opera di Händel, cantano il soprano Mary Bevan come Cleopatra, il contralto Sara Mingardo nella parte di Cornelia, il baritono Rocco Cavalluzzi in quella di Achilla, il controtenore Angelo Giordano come Nireno e il baritono Patrizio La Placa come Curio.
“Di fatto il Giulio Cesare di Händel è un dramma sul destino”, spiega Michieletto, “simbolizzato in scena da un trio di Parche che avvolgono il protagonista con i loro fili rossi, stabilendo il tempo della vita. Un’opera nella quale incombono i presentimenti di un destino e di una morte che le azioni frivole del generale romano sembrano voler allontanare».
Accanto a Michieletto sono impegnati Paolo Fantin per la realizzazione delle scene, Agostino Cavalca per i costumi e Alessandro Carletti per le luci. I movimenti coreografici sono firmati da Thomas Wilhelm.
Il preambolo dell’azione è la campagna d’Egitto guidata da Giulio Cesare tra il 48 e il 47 avanti Cristo e l’opera comincia proprio con una baldanzosa ouverture orchestrale. Cesare sembra ormai propenso alla tregua con il rivale Pompeo, ma il regnante Tolomeo (fratello di Cleopatra) pensa di ingraziarsi Cesare omaggiandolo con la testa del decapitato Pompeo. Il delitto diventa il motore del dramma in cui emergono l’afflitta Cornelia (moglie di Pompeo), il vendicativo Sesto (suo figlio), il crudele Tolomeo, l’intrigante Cleopatra e il “giusto “Cesare”. Una vicenda da seguire con il fiato sospeso fino alla fine, godendo di alcune delle arie più belle mai scritte da Händel.