«Perché rinviare ancora la decisione sui cacciabombardieri F-35? Perché aspettare la fine dell'anno e la pubblicazione del Libro Bianco della difesa? L'indagine parlamentare che si è appena conclusa ha già chiarito tutto quello che c'era da chiarire. Prendiamo una decisione subito. E diciamo di no, una volta per tutte». Non ha dubbi Giulio Marcon, parlamentare di Sinistra, Ecologia e Libertà e fondatore della campagna Sbilanciamoci!.
«Abbiamo appurato che gli F-35, velivoli d'attacco capaci di trasportare testate nucleari, non solo sono in contrasto con l'orientamento di un Paese che ripudia la guerra, ma anche dal punto di vista tecnologico sono dei veri "bidoni", costosissimi e del tutto inaffidabili. Lo hanno ampiamente dimostrato tutti i rilievi tecnici».
- Proprio in questi giorni il Partito Democratico ha presentato un documento nel quale chiede un ripensamento sostanziale sul programma degli F-35.
«All'interno del Pd esiste una forte componente pacifista, che si batte per dimezzare il numero di velivoli da acquistare», commenta Marcon. «Ma non è detto che questa linea prevalga. Anzi, c'è il rischio che l'unico risultato sia un ulteriore rinvio "all'italiana". O, peggio, che il Governo si limiti a una sforbiciata superficiale, senza incidere in profondità sul programma».
- Ma il premier Renzi e la ministra Pinotti hanno più volte annunciato di voler contenere le spese militari.
«Purtroppo», replica l'onorevole, «a meno che Renzi non cambi idea, io dubito che questo esecutivo sia davvero intenzionato a tagliare sugli F-35. Troppi e troppo grandi sono gli interessi in gioco. Non ci sono significative novità rispetto ai tempi del governo Monti. Anzi, paradossalmente l'ammiraglio Di Paola (ministro della Difesa ai tempi del "professore", ndr), riducendo gli aerei da 131 a 90 si è rivelato perfino più coraggioso dei ministri attuali».
Quella di Sel è una posizione radicale: «Non ci accontentiamo di una sospensione, né di una riduzione, ma chiediamo che il programma Joint Strike Fighter relativo agli F-35 venga totalmente e definitivamente cancellato. In tutti i suoi aspetti». Cioè? «Cioè anche relativamente ai cosiddetti "impegni già assunti". I contratti d'acquisto con la Lockheed Martin avvengono in cinque passi successivi, ma fino alla terza fase è ancora possibile recedere e fare marcia indietro. Ecco quello che noi vorremmo e che invece il Governo non sta facendo. Infatti, nonostante lo stop chiesto dal Parlamento, il programma va avanti e a quanto pare non sarà possibile bloccarlo fino al 2016. Di tutto questo abbiamo chiesto conto alla ministra Pinotti con un'informativa: la risposta arriverà tra qualche settimana».