A dimostrazione che quella sulle paritarie non è una battaglia
confessionale che riguarda solo il mondo cattolico interviene il
professore Giuseppe Colosio che in quanto ex direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia conosce molto bene il sistema lombardo.
«Oggi sul milione e mezzo di studenti della Lombardia», spiega, «circa
305 mila sono iscritti a istituti paritari. Se domani, tutti, in blocco,
decidessero di passare alle scuole statali lo Stato dovrebbe sborsare
un miliardo e 400 milioni di euro. Oggi per l’intero sistema paritario
della Lombardia lo Stato sborsa 120 milioni di euro». In pratica, il risparmio è di quasi un miliardo e 300 milioni.
«Ovviamente», continua Colosio, «risparmio per lo Stato significa un
aggravio dei costi per le famiglie. Ecco perché oggi non c’è una reale
libertà di scelta per chi vuole mandare i propri figli alle paritarie. E
questo è anticostituzionale perché la nostra Carta tutela il principio
della libertà di educazione».
Se a Bologna vincesse il fronte che vuole abolire i finanziamenti alle paritarie cosa succederebbe, professore? «Un
disastro perché il Comune sarebbe costretto ad aprire molte scuole
dell’infanzia con un aumento dei costi notevole. Le paritarie
dovrebbero, a loro volta, triplicare le rette che molte famiglie non
potrebbero a quel punto permettersi. Dal punto di vista politico,
potrebbe creare un precedente a livello nazionale».
Il dibattito sulle paritarie è spia, secondo il professore, dei due grandi mali di cui soffre oggi la scuola italiana: burocratizzazione ed ideologismo.
«L’istruzione», dice, ha bisogno di avere una pluralità di esperienze.
Dire che la scuola debba essere solo statale è porsi fuori dalla
realtà», aggiunge Colosio che evidenzia un altro aspetto non
strettamente economico. «Nella nostra regione il tasso di dispersione
scolastica fino a 16 anni è stato quasi azzerato», dice, «mentre quello
fino al conseguimento di un diploma o una qualifica professionale ai 18
anni è stato ridotto. Un traguardo reso possibile anche dal sistema
delle paritarie che con il proprio stile e la loro agilità organizzativa
riescono a recuperare molti ragazzi. Non che nelle scuole statali, sia
chiaro, non si lavori altrettanto bene in questo senso ma la presenza di
più burocrazia e rigidità organizzative complicano non poco il lavoro
dei docenti».