Dario Argento, che oggi compie 80 anni, è un uomo profondamente religioso. Di più: la fede è stata fondamentale per dare serenità a un artista che, al culmine del successo, è stato sul punto di pensare più volte di togliersi la vita.
Il re del brivido è il regista italiano vivente più famoso al mondo. I suoi film sono studiati in tutte le Università del cinema, da New York a Tokyo. Ma la sua non è stata un’esistenza facile, specie negli anni in cui film come Profondo rosso e Sospiria gli diedero la notorietà mondiale.
Per comprendere la sua complessa personalità, il miglior modo è leggere la sua bellissima autobiografia, “Paura”, pubblicata qualche anno fa da Einaudi. Romano, figlio del produttore cinematografico Salvatore Argento e di Elda Luxardo, fotografa del jet-set, trascorre un’infanzia serena andando a scuola dai preti. Un periodo che nel libro ricorda così: «La mattina, prima di entrare a scuola, entravo di nascosto in una chiesa dove si teneva la Messa delle 7.30. Non era una fatica svegliarmi presto: avvertivo un senso di sacro che mi avvolgeva e mi scaldava».
Una sensazione che, con il passare degli anni, è andata scemando, finché una notte del 1976 nella stanza dell’hotel di Roma in cui si trovava da solo, racconta sempre nel libro, si alzò in piedi: «La porta-finestra mi chiama come le sirene devono avere attratto Ulisse, e io ubbidiente mi avvicino: se mi getto da una simile altezza, di me non rimarrà nulla».
Per fortuna, la voglia di vivere fu più forte in questa e in altre situazioni e Argento potè continuare a sfogare i demoni della sua anima attraverso l film. Ma il cinema come terapia non poteva bastare. Alla fine degli anni ‘80, dopo la morte dell’adorato padre, quell'antico senso di sacro tornò a scaldare il cuore del grande regista. Entrò in una chiesa e si ritrovò a parlare con un’anziana monaca.
Oggi Dario Argento va a Messa ogni domenica e confessa che senza la fede si sentirebbe perso. Nel suo futuro dovrebbe esserci un nuovo film da girare l’anno prossimo di nuovo con la figlia Asia, con la quale in passato ha avuto un rapporto burrascoso ma che ha sempre difeso nella sua battaglia a favore dei diritti delle donne. Comunque sia, gli auguriamo di tornare a spaventarci come solo lui sa fare. Ma con un animo finalmente più pacificato. In una recente intervista, ha dichiarato: «Vado in una piccola chiesa di via Adige dove mi accolgono pazienti un sacerdote e una suorina. Parliamo, parliamo, parliamo. Mi hanno portato persino alla marcia della pace di Assisi. Sto bene, sono diventato più buono, forse anche più intelligente».