Il mondo della scuola mantiene alta la guardia sul cyber-bullismo, già a
partire dalle elementari. La dirigente dell'Ufficio Scolastico
Provinciale, Francesca Bianchessi, conferma: «Ci sono
casi di cyber-bullismo e di prepotenze abbastanza diffusi. Cerchiamo di
agire su livelli diversi, sia attraverso laboratori nelle classi sia
attraverso la formazione dei docenti, con appositi corsi per acquisire
strumenti per la gestione e l’azione educativa nelle classi. Progetti
mirati sono rivolti anche ai genitori e ad altre figure educative di
riferimento, tra cui allenatori in società sportive, catechisti
dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, operatori sociali e psicologi». Tra
le iniziative messe in campo, vi sono momenti di discussione, convegni e
altri approfondimenti sfruttando il medium televisivo. Inoltre, la
società municipalizzata AemCom, che offre servizi di telefonia e banda
larga alla città, ha dato vita al progetto didattico “Odissea nello spazio web”,
con apposite guide dedicate a genitori e alunni. Questo lavoro è frutto
di una ricerca condotta grazie a questionari distribuiti alle famiglie
per capire abitudini, stili di vita, modalità di uso delle tecnologie,
in particolare internet, social network e blog.
Il fenomeno è oggetto di un attento monitoraggio da parte di Paola Cattenati, membro della Commissione sul bullismo della Provincia di Cremona e responsabile del Criaf (Centro Riabilitazione Infanzia, Adolescenza, Famiglia),
attivo settimanalmente in 25 scuole tra Cremona e Brescia. «La fascia
adolescenziale è quella maggiormente interessata, ma la nostra azione
nelle scuole è capillare già a partire dagli ultimi anni delle
elementari; ormai cellulari e computer sono all'ordine del giorno anche
per bambini di 9-10 anni». Alcuni tra i casi riferiti da Cattenati,
riguardano ragazze filmate negli spogliatoi della palestra con la
pubblicazione in rete del video, molestie anonime in forma verbale
apparse sulle bacheche virtuali, foto pubblicate on-line e l'uso
improprio di sms. E, «in modalità diverse, interessa sia i maschi sia le
femmine; i primi ricorrono spesso a fotografie e video, mentre nel caso
delle ragazze è più una forma di bullismo verbale».