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giovedì 15 maggio 2025
 
il caso
 

La guerriglia di Napoli e il diritto di parola di Salvini

11/03/2017  Ecco perché il leader della Lega Nord aveva tutte le ragioni per fare il comizio nella città partenopea

Matteo Salvini aveva tutto il diritto di parlare a Napoli. La guerriglia urbana messa in atto dai centri sociali della città partenopea non ha fatto che contribuire al successo della manifestazione del furbo segretario della Lega Nord. Chi esercita la violenza ha sempre torto "a prescindere" direbbe Totò. E di certo non hanno giovato le parole del sindaco De Magistris, che da primo cittadino e da ex magistrato avrebbe dovuto evitare i toni da Masaniello con cui ha commentato l’arrivo di Salvini alla Mostra d’Oltremare, deprecando l’iniziativa della Prefttura nella scelta di quella sede: “Non possiamo consentire che un’articolazione del Comune sia nella sua disponibilità”. Che significa? Che le istituzioni della Repubblica e della città di Napoli non sono il primo luogo dove si esercita la democrazia? Ma De Magistris ha fatto di peggio: ha paragonato con un’allusione Salvini a “un rifiuto”. E così abbiamo assistito alla splendida commedia a distanza di due populismi a confronto, quello di Salvini e quello di De Magistris, anche se in questo caso il populismo di De Magistris appare più grave trattandosi di un ex magistrato e di un rappresentante delle istituzioni.
 

Ma c’erano anche altre motivi per acconsentire alla manifestazione di Salvini a Napoli, oltre al diritto costituzionale che riguarda anche il provocatorio leader della Lega Nord. Il movimento fondato da Umberto Bossi ha ormai cancellato il suo passato federalista e secessionista per cercare la strada nazionale, sull’onda del lepenismo francese. E il venir meno di un movimento che predica il distacco tra Nord e Sud come è accaduto per tanti anni non può che essere benvenuto. Quanto ai napoletani e ai contenuti xenofobi del leader populista, che in passato si divertiva a deridere i napoletani a Pontida, avrebbero dovuto accogliere Salvini esercitando la loro specialità: l’ironia. Magari con un gelido distacco, ascoltando in un silenzio assordante e giudicando i contenuti del leader populista per quel che sono. Così non è stato. Una pernacchia sarebbe stata molto più devastante dello squallore della guerriglia urbana cui abbiamo assistito.

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