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sabato 23 settembre 2023
 
 

Insegnanti di sostegno per sempre?

25/05/2015  Nella riforma della "Buona scuola" fanno discutere le novità riguardanti la formazione degli insegnanti di sostegno. Un ruolo che viene ridefinito e appositamente formato. Senza la possibilità di cambiare "carriera".

Un viaggio decisamente tormentato. L’iter parlamentare del  disegno di legge 2994, quello sulla Buona scuola, dopo la recente approvazione alla Camera tra marosi e tempeste, prosegue tra gli scogli dell’articolo 23, quello che delega il Governo a intervenire entro diciotto mesi con decreti legislativi in alcuni ambiti tralasciati dalla legge. Tra questi, l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Ecco i punti caldi : «La ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno […] anche attraverso l'istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria», e «la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico […]».

 In sintesi, ferma restando l’idea di integrazione scolastica e di sinergia tra docenti: la separazione delle carriere tra insegnante curricolare e insegnante di sostegno a monte, con specializzazione dei docenti di sostegno sulle singole disabilità (a fronte di un’ attuale preparazione troppo generica, come ripetutamente sostenuto dal sottosegretario Davide Faraone);  blocco dei passaggi di ruolo a valle in nome della continuità didattica, con insegnanti che non potrebbero più considerare il sostegno come acceleratore per arrivare prima all’immissione in ruolo per poi, una volta arrivati, passare a insegnare le discipline curriculari in cui sono abilitati.

Ma c’è chi dissente: il continuo alternarsi dei professori è dovuto a chi, ottenuto il ruolo nel sostegno, dopo cinque anni come prevede l’attuale legge, chiede il passaggio di ruolo? Non proprio. E chi concorda su un punto:  a scuola occorre maggiore specializzazione.

 
 
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