Un viaggio decisamente tormentato. L’iter parlamentare del disegno di legge 2994, quello sulla Buona scuola, dopo la recente approvazione alla Camera tra marosi e tempeste, prosegue tra gli scogli dell’articolo 23, quello che delega il Governo a intervenire entro diciotto mesi con decreti legislativi in alcuni ambiti tralasciati dalla legge. Tra questi, l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Ecco i punti caldi : «La ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno […] anche attraverso l'istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria», e «la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico […]».
In sintesi, ferma restando l’idea di integrazione scolastica e di sinergia tra docenti: la separazione delle carriere tra insegnante curricolare e insegnante di sostegno a monte, con specializzazione dei docenti di sostegno sulle singole disabilità (a fronte di un’ attuale preparazione troppo generica, come ripetutamente sostenuto dal sottosegretario Davide Faraone); blocco dei passaggi di ruolo a valle in nome della continuità didattica, con insegnanti che non potrebbero più considerare il sostegno come acceleratore per arrivare prima all’immissione in ruolo per poi, una volta arrivati, passare a insegnare le discipline curriculari in cui sono abilitati.
Ma c’è chi dissente: il continuo alternarsi dei professori è dovuto a chi, ottenuto il ruolo nel sostegno, dopo cinque anni come prevede l’attuale legge, chiede il passaggio di ruolo? Non proprio. E chi concorda su un punto: a scuola occorre maggiore specializzazione.