Armin Zoeggeler, grande campione dello slittino (Reuters).
Mio padre mi ha messo sugli sci che avevo tre anni e mi ha portato a diventare campionessa zonale (Alpi centrali, io sono di Milano) di slalom speciale e di gigante a 19 anni. Lui adesso ne ha più di ottanta e non si perde una discesa di Coppa del Mondo. Conosce tutti i nomi delle atlete e degli atleti in gara e sa recitare quasi a memoria i loro ultimi risultati mondiali. Per non parlare di Gustavo Thoeni e Alberto Tomba: in casa non ne possiamo quasi più di sentir raccontare per filo e per segno le loro discese olimpiche e mondiali.
Con una famiglia così, lo sport è stato per me tutta la vita. Maria Rosa Quario, mamma della slalomista impegnata a Sochi Federica Brignone e atleta olimpica anche lei ai miei tempi, era amica di famiglia. La mia figlioccia di Cresima è Valentina Marchei, terza nei Team Event e undicesima nell’individuale femminile di pattinaggio artistico, sempre a Sochi.
Pane e Gazzetta (la Gazzetta dello Sport) , chiamavano ironicamente mio padre in famiglia. E un po’ Pane e Gazzetta lo sono diventata anch’io. Il mio sogno? Non una figlia cantante o ballerina, ma una figlia che sfila alle Olimpiadi. Mi sono emozionata nel vedere la mia figlioccia Valentina, la “Vale”, come la chiamano tutti gli appassionati di pattinaggio, sfilare in prima fila dietro la nostra bandiera, con un sorriso di gioia immensa.
Così, con velleità solo amatoriali per ora, porto ogni giorno mia figlia a montare a cavallo e ogni domenica a gareggiare nelle nazionali di salto a ostacoli con il suo cavallo. Il nostro, anche il mio: il baio Challenger, lo sfidante.
La vita è una sfida continua e lo sport educa a questa grande sfida.
Perché dunque, mi chiedo, pago il canone della Rai ogni anno (sono ligia, al contrario di tanti amici) e mi ritrovo a dover vedere quasi di straforo le Olimpiadi di Sochi. Queste criticate, forse, ma bellissime Olimpiadi anche per lo sport italiano. Le emozioni della caduta di Arianna Fontana, la pattinatrice valtellinese di velocità, che puntava alla quarta medaglia in una sola Olimpiade e che è stata più volte spintonata in gara. Anzi, si è aggiudicata un argento dopo la scorrettezza di un’avversaria.
O la bellezza della nostra Carolina Kostner, che ha eseguito due programmi tecnicamente perfetti, con la sua straordinaria eleganza, fino ad aggiudicarsi dopo il libero la medaglia di bronzo. La sua agognata medaglia olimpica, lei che è stata campionessa del mondo ma non era riuscita mai ad arrivare a quel podio così importante.
O ancora la felicità nello sguardo del bel ragazzo di Brunico, Christof Innerhofer, che si è aggiudicato il bronzo nella Supercombinata ma soprattutto l’argento nella discesa libera. Una medaglia in questa disciplina non ci arrivava da 38 anni, dal bronzo di Herbert Plank nel 1972 a Innsbruck e dopo 62 anni dall’oro di Zeno Colò (su questi dati vado davvero forte, lo so, merito di mio papà).
Infine, ho visto sempre con difficoltà, in streaming sul telefonino da Cielo (non ho i canali a pagamento di Sky), la diretta di un evento unico, forse irripetibile nella storia delle Olimpiadi. La medaglia di bronzo del nostro grandissimo slittinista, l’altoatesino Armin Zoeggeler. Sei volte sul podio in sei Olimpiadi consecutive. La prima volta è stata vent’anni fa a Lillehammer. Aveva vent’anni, a quaranta è ancora qui a farci emozionare. Finalmente è stato a Sochi il nostro portabandiera, in questa che sarà la sua ultima Olimpiade: lui ha “catturato” con grinta e caparbietà due ori, un argento e tre bronzi. La storia d’Italia.
E la Rai, la nostra televisione di Stato, non c’era. Non mi sembra giusto.