Perquisire il
contenuto degli
sms a
caccia di prove di tradimento o delle tracce di altri
rapporti, fa scattare, addirittura, la condanna per rapina. Questo perché violare la riservatezza di
quanto custodito nel telefonino danneggia o comunque incide
sulla sfera di libertà del legittimo proprietario. Inoltre nessuno, tra due coniugi, può avanzare la pretesa di perquisire i cellulari altrui per cercare prove di nuove o preesistenti relazioni.
Lo ha stabilito la Cassazione a fine di un iter processuale che ha visto coinvolti due ormai ex coniugi.
Il messaggio è chiaro. La nostra vita sociale fatta anche di sms e chat su whatsApp (e in modo diverso anche da facebook e twitter) non può in nessun modo essere violata dallo sguardo altrui senza il nostro permesso. Neanche da un familiare stretto. Nel caso si tratta di un vero è proprio furto.
Fin qui tutti d'accordo. Stiamo parlando di due adulti alle prese, tra l'altro, con le difficoltà, la rabbia, il dolore di un divorzio. Ma capiamo perfettamente che l'atto estremo e violento di appropriarsi del privato del coniuge, magari per avere la meglio in una causa in tribunale, è un'azione che va giustamente punita.
Ma se spostiamo il nostro interesse a una normale famiglia priva di contrasti gravi ma fornita di adolescenti musoni. Il discorso si fa più complesso. Chiedete ad amici, parenti e colleghi e le risposte saranno molteplici.
Si passa, con varie sfumature dal "duro e puro" per il quale la privacy va sempre e comunque protetta anche quella di bambini e ragazzi, a quello che reputa non solo possibile ma, addirittura dovere di un attento genitore monitorare le amicizie, gli stati d'animo, l'andamento scolastico dei figli con ogni mezzo. Compreso lo spionaggio.
Gli esperti spiegano che non è il modo giusto per conoscere davvero e, nel caso, aiutare un figlio. E come un tempo si suggeriva di non adentrarsi a leggere il diario di un figlio, oggi si consiglia ai genitori lo stesso atteggiamento di riguardo verso il privato e la vita sociale, sempre più spesso vissuta sui social.
E chi è incappato nell'errore di prendere in mano di nascosto il cellulare dei figli per dare una sbirciatina, anche solo per curiosità, sa bene quanto sia, in fondo, inutile nel migliore dei casi. Dannoso nel peggiore.
Può, infatti, capitare di scoprire fatti, vicende e atteggiamenti a noi sconosciuti, magari preoccupanti o amicizie che non ci piacciono ma su cui è difficile intervenire proprio perché ne siamo venuti a conoscenza con l'inganno.
Spesso, poi, vi si trova un linguaggio che mai abbiamo sentito in casa. O epiteti non lusinghieri nei confronti di mamma e papà (che inutile stilettata leggere quelle le parole).
Infine si realizza che la vita social/digitale del figlio non è poi così interessante. E' fatta di "ok ok", "lol", "ti stimo zio o fratello", "raga chi mi passa la versione", "domani interrogano in mate?", "adesso devo studiare", "chi va in manifestazione?", "io domani balzo", "come butta?", "che si fa?", "notte" e tanti cuori (se è una ragazza) e pollici in su (più usato dai maschi). Insomma niente di elettrizzante e soprattutto, lungo e complesso il processo di decifrazione e interpretazione la sera di nascosto in cucina controllando che nessuno entri all'improvviso. E nel caso la brutta figura è inevitabile e le giustificazioni introvabili.