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venerdì 11 ottobre 2024
 
Medio Oriente
 

Gli Stati Uniti hanno iniziato a costruire un molo "umanitario" a Gaza

26/04/2024  L’opera è già stata minacciata da un attacco terrorista - senza feriti né danni - e desta qualche dubbio, dato che a garantire la sicurezza per la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione palestinese sarà l’esercito israeliano

«Le navi militari statunitensi hanno dato il via alla costruzione del molo temporaneo e della passerella sul mare per far arrivare gli aiuti umanitaria a Gaza». Lo ha annunciato il generale Patrick Ryder, portavoce del Pentagono, ovvero il ministero della Difesa statunitense. Il molo servirà a distribuire aiuti umanitari per la popolazione palestinese, per alleviare la crisi provocata da oltre sei mesi di bombardamenti a tappeto e operazioni militari dell’esercito di Israele.

Il generale a stelle e strisce ha anche detto che le navi militari americane hanno iniziato ad assemblare sia il molo temporaneo galleggiante che la passerella al largo della costa a Nord di Gaza, e che la consegna degli aiuti potrebbe iniziare già all’inizio del mese di maggio.

Intanto nelle scorse ore l'esercito israeliano (Idf) ha riferito da parte sua che un gruppo terroristico di Gaza ha lanciato colpi di mortaio contro il molo in costruzione mentre funzionari delle Nazioni Unite visitavano il sito con le truppe israeliane. L'Idf ha affermato che i funzionari dell'Onu sono stati portati d'urgenza in un rifugio dalle truppe durante l'attacco, come riferisce il “Times of Israel”. Anche funzionari delle Nazioni Unite hanno confermato l'attacco a, affermando che non ci sono stati feriti. L'attacco segna un inizio traballante per la costruzione del molo, un progetto che gli Stati Uniti stanno portando avanti per far arrivare aiuti umanitari a Gaza.

L’operazione del Pentagono a regime partirà da Cipro dove gli aiuti saranno ispezionati e poi trasferiti da navi commerciali fino a una grande piattaforma galleggiante. Da lì, delle imbarcazioni più piccole dell’esercito trasporteranno gli aiuti verso il molo in costruzione ancorato alla riva e dei camion gestiti da un paese terzo li preleveranno e lasceranno in gestione ad alcune Ong che provvederanno alla distribuzione alla popolazione. L’operazione sarà protetta sia dalle forze armate israeliane dell’Idf, che da quelle statunitensi. Il generale Ryder ha precisato che nessun soldato statunitense entrerà a Gaza: le consegne riempirebbero inizialmente circa 90 camion al giorno e potrebbero rapidamente aumentare fino a circa 150 camion al giorno.

I funzionari statunitensi hanno comunque anticipato che non si aspettano che il molo sostituisca le consegne attraverso i confini terrestri di Gaza, che secondo le Nazioni Unite restano il modo più efficiente per portare aiuti umanitari nella Striscia. 

Ad oggi gli aiuti entrano soltanto attraverso due varchi di frontiera nel Sud di Gaza e restano limitati e insufficienti anche a causa dell’ostruzionismo israeliano. Questo ente evidente come il piano degli Stati Uniti abbiamo una enorme criticità: ovvero come le forze israeliane gestiranno la sicurezza e delle gestione del personale che si occuperà della consegna degli aiuti. Tutta l’operazione potrebbe essere complicata dalle scelte militari che farà Israele, come qualora lanciasse un’operazione militare nella città di Rafah.

 
 
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