A 24 ore dalla cerimonia del giuramento di Joe Biden, che si svolgerà sulla scalinata del Campidoglio in una Washington blindata, presidiata da 25.000 militari pronti a prevenire disordini e attentati, filtrano già diverse indiscrezioni sulle prime iniziative del 46° presidente degli Stati Uniti. Dopo il giuramento Biden firmerà una decina di ordini esecutivi con i quai vorrà subito stabilire una discontinuità rispetto alle politiche di Donald Trump.
In cima all’agenda del nuovo presidente ci sono prima di tutto la lotta alla pandemia (nelle ultime cinque settimane il coronavirus ha ucciso negli Stati Uniti 100 mila persone) e il sostegno alle famiglie e alle imprese colpite dalle ricadute economiche della crisi sanitaria.
Uno dei temi che Biden affronterà di petto è quello delle politiche migratorie. Secondo quanto anticipato dal Washington Post, già mercoledì Biden invierà al Congresso il suo progetto per un’ampia revisione delle leggi in materia. La proposta di Biden prevede la creazione di un percorso di otto anni per portare alla cittadinanza statunitense circa 11 milioni di persone che vivono negli Stati Uniti senza status legale. Il percorso prevede una prima fase di cinque anni per avere uno status legale temporaneo, infine tre anni per ottenere la cittadinanza.
In questo modo si avvia la regolarizzazione anche dei cosiddetti Dreamers, i giovani arrivati negli Stati Uniti illegalmente da bambini.
Biden intende invertire le altre misure di Trump sull’immigrazione, inclusa la fine del divieto di arrivi da diversi paesi a maggioranza musulmana. Biden proporrà anche di intervenire sulle cause profonde che spingono i migranti a partire verso gli Stati Uniti dai paesi dell’America Centrale. Tema di grande attualità nei giorni in cui migliaia di persone si sono messe in viaggio dall’Honduras per raggiungere la frontiera sud degli Stati Uniti attraversando il Guatemala e il Messico. I Paesi del Centramerica soffrono di gravi problemi come la violenza e la povertà, spesso aggravati da disastri naturali come gli uragani che colpiscono periodicamente la regione.
Cambieranno le norme e cambieranno soprattutto i toni rispetto alla presidenza Trump, tuttavia l’amministrazione Biden non vuole far passare il messaggio che le frontiere degli Stati Uniti saranno aperte a tutti. Sarà anzi previsto un rafforzamento degli apparati tecnologici di controllo alle frontiere, anche se non si pone enfasi sui muri come faceva Trump.
Alcuni giorni fa Susan Rice, una delle consigliere di Biden, ex ambasciatore statunitense all’ONU, ha detto in una intervista all’agenzia spagnola EFE, rivolgendosi quindi alla comunità ispanica, che le politiche migratorie e i controlli alle frontiere non si cambiano così come si preme un interruttore della luce”.