Cracovia
Piazza San Pietro dista circa millecinquecento
chilometri dalla frizzante
Piazza del Mercato di Cracovia dove
sulla facciata gotica della basilica di
Santa Maria Assunta un display scandisce
il conto alla rovescia per l’inizio
della Giornata mondiale della gioventù
(Gmg) di fine luglio. Ed esattamente
a San Pietro, undici anni fa, si celebrò un’insolita
Gmg. Era la sera del 2 aprile 2005. Nel Palazzo Apostolico
si stava consumando l’agonia di Giovanni
Paolo II. Secondo quanto riferito da chi gli stava
accanto, le ultime faticose parole pronunciate dal
Papa furono rivolte ai giovani: «Vi ho cercati, siete
venuti da me e per questo vi ringrazio». Erano in
molti, moltissimi, sotto quelle finestre illuminate.
Cantavano accompagnati dalle chitarre. Pregavano.
Piangevano il “loro” Papa.
Molti di loro, già adulti, sposati o consacrati, si ritroveranno
a Cracovia dal 26 al 31 luglio per la Gmg
numero 31, la Gmg di san Giovanni Paolo II. Quel
Pontefice, che a Tor Vergata, durante un altro Giubileo,
quello del 2000, pur fiaccato dalla malattia strappò
commossi applausi facendo la “ola” a ritmo di
musica, sarà, a suo modo, ancora protagonista.
Sì, perché Cracovia non è una tappa come
le altre di questo evento che dura dal 1986 e del
quale il primo a intuirne la portata di speranza,
per la Chiesa e per il mondo, fu proprio Karol
Wojtyla. Un evento che in più di trent’anni ha
letteralmente fatto il giro del mondo: Buenos
Aires, Santiago de Compostela, Czestochowa,
Denver, Manila, Parigi, Roma, Toronto,
Colonia, Sidney, Madrid, Rio de Janeiro.
«A Cracovia, attorno a papa Francesco, si attendono
quasi due milioni di persone provenienti
da 185 Paesi», spiega Malgorzata Furdal
dell’Ente nazionale polacco per il turismo
di Roma. Saranno ancora “i ragazzi di Karol”,
non perché abbiano conosciuto direttamente
Giovanni Paolo II, ma perché hanno raccolto il
testimone dai loro amici, fratelli, educatori più
grandi che a quei raduni hanno partecipato.
In via Franciszkanska 3, dalla finestra centrale
di quello che le guide turistiche indicano
come il “Palazzo dei vescovi” fa capolino un
Wojtyla energico e sorridente. Per i polacchi
questa è la “finestra del Papa”, perché da lì il
connazionale più amato si affacciava per dialogare
con le persone che si radunavano spontaneamente
in cortile. Anche papa Francesco si
affaccerà ogni sera. Non c’è giovane, passo svelto
e cufffie alle orecchie, che passando per raggiungere
il vicino quartiere universitario non
rivolga uno sguardo fugace a quell’immagine.
«È il nostro Papa», dice una ragazza che s’infila,
di fronte, nella chiesa di San Francesco d’Assisi
per una preghiera veloce. Guardiana della tradizione,
scrigno di un cattolicesimo mistico
simbolo dell’orgoglio nazionale, Cracovia è anche
la città più giovanile della Polonia grazie ai
suoi 220 mila studenti universitari che la sera
si spostano nel quartiere ebraico di Kazimierz
per tirar tardi nei locali della movida.
È la città di Karol Wojtyla che qui ha vissuto
sessantacinque anni e lo ha visto studente
universitario della facoltà di Lettere, operaio
allo stabilimento di soda Solvay, attore, poeta,
seminarista, giovane sacerdote, docente
universitario, vescovo e infine Pontece della
Chiesa cattolica. È la città della Divina Misericordia,
alla quale papa Francesco ha dedicato
un Giubileo straordinario e anche l’Incontro
mondiale dei giovani con il tema tratto dal
Vangelo di Matteo: “Beati i misericordiosi
perché troveranno misericordia” (Mt 5,7).
Una misericordia concreta, di popolo, com’è
nello stile polacco ben visibile in due luoghi
simbolo di questa Gmg: il santuario della Divina
Misericordia di Łagiewniki, accanto al
monastero dove visse ed ebbe le apparizioni
suor Faustina Kowalska, canonizzata nel 2000
da Giovanni Paolo II, e le opere di misericordia
in costruzione nel Campus Misericordiae di
Wieliczka, 13 chilometri da Cracovia, dove papa
Francesco celebrerà la Veglia e la Messa conclusiva
della Giornata. Papa Francesco sarà il terzo
Papa, dopo Wojtyla e Ratzinger, a visitare il santuario
di Suor Faustina, poco distante dall’altro
dedicato a san Giovanni Paolo II e decorato
sontuosamente dai mosaici del gesuita padre
Rupnik e il primo a confessare alcuni giovani
sotto lo sguardo dell’icona di Gesù Misericordioso
e l’albero posto sull’altare, «simbolo»,
spiega suor Grazia, «del nostro mondo che si
dibatte nella tempesta e nel dolore che saranno
vinti da Gesù misericordioso». A Wieliczka
la Gmg lascerà due opere, entrambe gestite
dalla Caritas: un centro per la riabilitazione
fisica per persone anziane e un magazzino di
oltre 800 metri quadrati da utilizzare per stoccare
generi alimentari da destinare alle persone
bisognose.
Gestire due milioni di persone non sarà
facile. «Le preoccupazioni maggiori», spiega
Paweł Stanczyk, segretario del Comune di
Cracovia e responsabile della sicurezza per
la Gmg, «riguardano le telecomunicazioni e
i trasporti ma siamo attrezzati». Molti pellegrini,
durante la Gmg e nei gemellaggi tra le
diocesi del mondo e le 41 diocesi polacche che
precederanno l’incontro di Cracovia, alloggeranno
in famiglia o nelle parrocchie. Finora
sono stati attrezzati circa 300 mila posti letto.
In totale, il 60% andrà nelle case, il 40% negli
edifici pubblici. Per la sicurezza sono mobilitati
complessivamente 3.000 militari, 20.000
poliziotti, oltre 2.400 vigili del fuoco, 1.500
guardie di frontiera e 800 agenti dell’Ufficio
di protezione del Governo. Il ministero della
Difesa ha messo a disposizione 5 mila tende,
elicotteri, generatori e cisterne.