Sopra e in alto: immagini dell'incontro internazionale svoltosi a Panama in occasione della 34° Giornata mondiale della gioventù (22-27 gennaio 2018) Foto Reuters.
La prossima è una tappa locale, diocesana, in attesa del grande raduno internazionale programmato per il 2023, a Lisbona, in Portogallo. Papa Francesco scrive ai giovani in occasione della 36° Giornata mondiale della gioventù che viene celebrata domenica 21 novembre 2021, solennità di Cristo Re e conclusione dell'anno liturgico. Riflette sul tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16). Ragiona di pandemia, Bergoglio, di sofferenza, di ripresa e di impegno. Parla di noia e di sogni. Scuote le coscienze dei singoli, piccoli o grandi non fa differenza.
«Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani», afferma il Pontefice nel suo Messaggio. «Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione. Non possiamo dare per scontato che tutti conoscano Gesù, anche nell’era di internet. La domanda che molte persone rivolgono a Gesù e alla Chiesa è proprio questa: ‘Chi sei?’. Quante volte abbiamo sentito dire: ‘Gesù sì, la Chiesa no’, come se l’uno potesse essere alternativo all’altra. Non si può conoscere Gesù se non si conosce la Chiesa. Non si può conoscere Gesù se non attraverso i fratelli e le sorelle della sua comunità. Non ci si può dire pienamente cristiani se non si vive la dimensione ecclesiale della fede. Chi pensa di sapere tutto di sé, degli altri e persino delle verità religiose, farà fatica a incontrare Cristo», assicura Francesco sulla scorta dell’episodio della conversione di Paolo sulla via di Damasco: «Saulo, diventato cieco, ha perso i suoi punti di riferimento. Rimasto solo, nel buio, le uniche cose chiare per lui sono la luce che ha visto e la voce che ha sentito. Che paradosso: proprio quando uno riconosce di essere cieco, comincia a vedere!»
Un'immagine dell'incontro internazionale svoltosi a Panama in occasione della 34° Giornata mondiale della gioventù (22-27 gennaio 2018). Foto Reuters.
Sprona tutti a tenre la cresta bassa, papa Francesco. «Dopo la folgorazione sulla via di Damasco, Saulo preferirà essere chiamato Paolo, che significa ‘piccolo’. Non si tratta di un nickname o di un ‘nome d’arte’ – oggi tanto in uso anche tra la gente comune: l’incontro con Cristo lo ha fatto sentire veramente così, abbattendo il muro che gli impediva di conoscersi in verità. Santa Teresa di Lisieux, come altri santi, amava ripetere che l’umiltà è la verità. Oggigiorno tante “storie” condiscono le nostre giornate, specialmente sulle reti sociali, spesso costruite ad arte con tanto di set, telecamere, sfondi vari. Si cercano sempre di più le luci della ribalta, sapientemente orientate, per poter mostrare agli “amici” e followers un’immagine di sé che a volte non rispecchia la propria verità. Cristo, luce meridiana, viene a illuminarci e a restituirci la nostra autenticità, liberandoci da ogni maschera. Ci mostra con nitidezza quello che siamo, perché ci ama così come siamo».
Occorre cambiare prospettiva, sprona il Santo Padre. Che invita i giovani a rimboccarsi le maniche. «Oggi l’invito di Cristo a Paolo è rivolto a ognuno e ognuna di voi giovani: Alzati! Non puoi rimanere a terra a “piangerti addosso”, c’è una missione che ti attende! Anche tu puoi essere testimone delle opere che Gesù ha iniziato a compiere in te. Perciò, in nome di Cristo, ti dico: Alzati e testimonia la tua esperienza di cieco che ha incontrato la luce, ha visto il bene e la bellezza di Dio in sé stesso, negli altri e nella comunione della Chiesa che vince ogni solitudine. Alzati e testimonia l’amore e il rispetto che è possibile instaurare nelle relazioni umane, nella vita familiare, nel dialogo tra genitori e figli, tra giovani e anziani. Alzati e difendi la giustizia sociale, la verità e la rettitudine, i diritti umani, i perseguitati, i poveri e i vulnerabili, coloro che non hanno voce nella società, gli immigrati. Alzati e testimonia il nuovo sguardo che ti fa vedere il creato con occhi pieni di meraviglia, ti fa riconoscere la Terra come la nostra casa comune e ti dà il coraggio di difendere l’ecologia integrale. Alzati e testimonia che le esistenze fallite possono essere ricostruite, che le persone già morte nello spirito possono risorgere, che le persone schiave possono ritornare libere, che i cuori oppressi dalla tristezza possono ritrovare la speranza. Alzati e testimonia con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque».