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lunedì 16 settembre 2024
 
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Gmg 2023, Lisbona: nella città della gioia dove si twitta con Dio

01/08/2023  Viaggio nel cuore spirituale della Giornata mondiale della gioventù. Si chiama "Città della gioia" ed abbraccia due grandi aree: quella della Fiera vocazionale, i cui accessi recano i nomi e le immagini delle varie Gmg succedutesi negli anni, e il parco della Riconciliazione, dove, dopo una paziente, composta coda i giovani si confessano in piccole “casette” con i sacerdoti che li attendono nelle sezioni dedicate ai vari idiomi

Dai nostri inviati a Lisbona

L’hanno chiamata Cidade da alegria, Città della gioia, l’oasi spirituale allestita nei Jardim Vasco de Gama, nel cuore del quartiere di Belèm a Lisbona per questa 37a Gmg. E il nome rispecchia perfettamente la realtà perché lungo i viali che l’attraversano risuonano canti, fragorosi battimani, cori festosi. Cantano, i ragazzi spagnoli soprattutto, anche hit italiane famose nel mondo come Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, la mitica Volare di Modugno e i pezzi più “gloriosi” di Raffaella Carrà. Ogni rumore però si spegne nella capanna-cappella dov’è esposto il Santissimo: centinaia di giovani in ginocchio pregano in assoluto silenzio, in tanti col Rosario in mano.

Due le grandi aree di questa cittadella: quella della Fiera Vocazionale i cui accessi recano i nomi e le immagini delle varie Gmg succedutesi negli anni e quella della Riconciliazione, dove, dopo una paziente, composta coda i giovani si confessano in piccole “casette” con i sacerdoti che li attendono nelle sezioni dedicate ai vari idiomi. Lungo i viali invece gli stand delle congregazioni religiose, delle associazioni e dei gruppi che si dedicano all’evangelizzazione nel mondo.

I crocicchi che si formano trasmettono energia e vitalità. Ecco un gruppo di portoghesi improvvisare un coinvolgente trenino che poi trascina con sé coetanei di altre nazionalità. Un altro, messicano, iniziare un coreografico balletto. «Per quasi tutti questi giovani», ci spiega don Davide Russo, rettore del Seminario Minore della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, che accompagna circa 150 iscritti, «si tratta della prima Gmg alla quale partecipano. È vero: molti di loro vivono la fede in maniera anticonvenzionale, ma è proprio la ricerca della fede che li ha portati qui e non la frenesia del grande incontro. A questa sono abituati: molti dei miei ragazzi sono appena stati al concerto dei Pinguini Tattici Nucleari a Milano. Ma qui è diverso si preparano da tempo, hanno seguito un percorso spirituale con costanza e volontà nei mesi precedenti e il loro brio ci dice quanto sono motivati. L’intuizione di papa Francesco di scegliere come motto “Maria si alzò e andò in fretta” si rivela sempre più efficace: la fretta inconsapevole inghiotte nel nulla, quella lucida invece, basata sull’amore per Dio e per gli altri, sull’ascolto, su una meta precisa e sulla libertà mette gioia».

 

A risvegliare l’intimità con il Signore punta l’originale iniziativa nello stand della Conferenza episcopale italiana che ci illustra don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni: «Proponiamo a tutti i ragazzi di regalarsi tre minuti di silenzio e poi di scrivere il loro nome su dei mattoncini di legno che distribuiremo tra i vari monasteri di religiosi e religiose di clausura perché preghino per ciascuno di loro. Alle pareti abbiamo appeso i volti di particolari testimoni della fede, quelli che papa Francesco, nella Gaudete et exsultate, chiama i “santi della porta accanto”. Alcuni, come il beato don Pino Puglisi o don Dolindo Ruotolo sono molto conosciuti, altri di meno. Ma tutti possono apprenderne la storia inquadrando il qr-code e trarre così la conferma che in ogni ambito, in ogni professione, in ogni luogo si può essere apostoli del Vangelo».

La digitalizzazione, la spinta verso i linguaggi e i media delle nuove generazioni è un altro tratto evidente di questa Gmg. Ecco lo stand di “Tweting with God” (Twittando con Dio), sottotitolo “Deoquest”, una realtà oramai diffusa nel mondo. Rispondono alle domande più disparate dei ragazzi sulla religione ma anche sulla vita quotidiana nei suoi vari aspetti. Ne sono nati un libro e un’app, poi anche una chat di confronto tra i giovani dei vari continenti: “Parates semper”, ovvero Sempre pronti. «Ognuno è libero di porre le domande che vuole», ci spiega padre Michel Remary. «Ci  chiedono se si può dormire durante l’omelia, o perché è obbligatorio andare a Messa alla domenica, ma anche perché Maria è così importante oppure come si fa a perdonare  un amico che ha sbagliato, o a dimenticare un amore finito. Abbiamo preparato anche delle figurine di santi senza il loro nome, inquadrando il qr-code i loro volti si animano e cominciano a raccontare la propria vita. È importante comprendere la forza evangelizzatrice che può avere l’online perché è il mezzo che i giovani sentono più vicino».

Anche in progetti come questo si riconosce la filosofia che anima il magistero del Papa, come l’ha descritta don Armando Matteo nel saggio Opzione Francesco: non vedere solo i lati negativi del cambiamento epocale che stiamo vivendo ma concentrarsi su quanto di buono esso ha portato. E internet se usato “con l’anima” tocca i cuori abbattendo distanze, tempi, scarti generazionali.

Fare rete tra chi vuole testimoniare o cercare l’amore di Dio è la scintilla che illumina il progetto Connect your life, presentato nello stand della Famiglia Paolina: mettere insieme i ragazzi, farli confrontare tra loro, facilitare quell’ascolto e quel dialogo col cuore, cari a Papa Francesco, sui temi più profondi della fede.

Tanti sono arrivati qui a Lisbona proprio incuriositi da incontri particolarmente efficaci nella propria diocesi. È il caso di un nutrito gruppo di Piove di Sacco (Padova), ben 80 ragazzi. Uno di loro, Nicola, 17 anni, eletto all’istante portavoce della comitiva, ci spiega: «Il nostro parroco ci ha parlato con tanto trasporto della Gmg e di papa Francesco. E questo ci ha decisamente motivato.  Siamo qui anche perché pensiamo sia importante fare sapere al Santo Padre quanto noi ragazzi gli vogliamo bene». La pensano così anche i numerosissimi spagnoli che, all’uscita della Città della gioia, davanti al monastero dei Jeronimos, canta a squarciagola: «Francisco amigo, el mundo està con tigo», Francesco amico il mondo è con te.

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