Rio de Janeiro Rio de Janeiro. La spiaggia si muove all’unisono. Il più grande flash mob del mondo va in onda sulla spiaggia di Copacabana e raggiunge quella di Ipanema. Sul palco, in attesa che cominci la messa, alla presenza del Papa danno il ritmo ragazzi e ragazze di ogni nazionalità per “profesar la alegria dela fe”. Continuano ad arrivare da ogni angolo della città, tre milioni di giovani, accorsi per la Gmg e per stringersi attorno a Francesco. In prima fila, davanti all'altare, la presidente del Brasile Dilma Rousseff insieme con quelli dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, e della Bolivia, Evo Morales.
Il Papa esorta i giovani con tre parole: Andate, senza paura, per servire. E poi spiega: «In questi giorni, qui a Rio, avete potuto fare la bella esperienza di incontrare Gesù e di incontrarlo assieme, avete sentito la gioia della fede. Ma l'esperienza di questo incontro non può rimanere rinchiusa nella vostra vita o nel piccolo gruppo della parrocchia, del movimento, della vostra comunità. Sarebbe come togliere l'ossigeno a una fiamma che arde. La fede è una fiamma che si fa sempre più viva quanto più si condivide, si trasmette, perché tutti possano conoscere, amare e professare Gesù Cristo che è il Signore della vita e della storia». I ragazzi sono attenti in preghiera. Un grande silenzio per non perdere neppure una parola di Francesco. Il Papa li mette in guardia: «Attenzione. Gesù non ha detto: se volete, se avete tempo, ma: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”. Condividere l’esperienza della fede, testimoniare la fede, annunciare il Vangelo è il mandato che il Signore affida a tutta la Chiesa, anche a te; è un comando, che, però, non nasce dalla volontà di dominio o di potere, ma dalla forza dell’amore». E Dio ci invia verso tutti, «Il Vangelo non è per alcuni, non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti».
Un compito, quello di annunciare, da portare avanti senza paura, «in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore».
«La Chiesa ha bisogno di voi», dice in particolare ai giovani latinoamericani impegnati nella missione Continentale decisa ad Aparecida nel 2007. Ha bisogno «dell'entusiasmo, della creatività e della gioia che vi caratterizzano. Un grande apostolo del Brasile, il Beato José de Anchieta, partì in missione quando aveva soltanto diciannove anni. Sapete qual è lo strumento migliore per evangelizzare i giovani? Un altro giovane». No bisogna avere paura sapendo che «Dio dice anche a voi quello che ha detto a Geremia: "Non avere paura, perché io sono con te per proteggerti". Nell’inviare i suoi discepoli in missione, ha promesso: "Io sono con voi tutti i giorni". Gesù non ci lascia soli, non vi lascia mai soli».
Una missione che non è di potere ma di servizio: «Il canto della vostra vita, è lasciare che la nostra vita si identifichi con quella di Gesù, è avere i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni. E la vita di Gesù è una vita per gli altri. È una vita di servizio».
«Evangelizzare», spiega il Papa, «è testimoniare in prima persona l'amore di Dio, è superare i nostri egoismi, è servire chinandoci a lavare i piedi dei nostri fratelli come ha fatto Gesù. Andate, senza paura, per servire. Seguendo queste tre parole sperimenterete che chi evangelizza è evangelizzato, chi trasmette la gioia della fede, riceve gioia».
Durante la messa il Papa ha ricevuto una coppia di giovani sposi, incontrati il giorno prima, che gli avevano parlato della loro bambina anencefala. Francesco li ha invitati a messa e ha chiesto che portassero la bambina durante l'offertorio in segno di fiducia in Dio. Il Papa ha proseguito la celebrazione tra l'entusiasmo composto e i mille striscioni che esprimono in tutte le lingue la gioia dei ragazzi di essere qui.