Lisbona, dal nostro inviato
Dove eravamo rimasti? La pandemia ci ha isolato e diviso. Questa Giornata mondiale della Gioventù (Gmg) di Lisbona vuole riavvolgere il nastro. Far ripartire adolescenti e giovani attraverso l’incontro, la preghiera, la meditazione e - perché no? - la festa. Che è una dimensione guardata sempre con sospetto ma capace di aggregare (e galvanizzare). Una testimonianza preziosa in un’Europa ferita dalla guerra come quella in corso in Ucraina. All’aeroporto di Milano Malpensa il volo per Lisbona è pieno di pellegrini provenienti da Treviso, Cremona e Biella. Un gruppo arriva da Pollone, la città natale del beato Pier Giorgio Frassati, che è uno dei tredici patroni di questa Gmg. Don Luca Bertarelli è in fila al check-in insieme ai suoi ragazzi: «La spiritualità di Frassati è un punto di riferimento importante per il nostro gruppo. Partecipare alla Gmg di Lisbona è anche un modo per preparasi al 2025, quando, nell’anno del Giubileo, festeggeremo i cento anni della nascita di Frassati».
La primissima tappa, quella delle Giornate nelle diocesi, si è conclusa lunedì 31 luglio. Non tappa preparatoria, come spesso si tende a liquidarla, ma decisiva nel creare legami, far stringere amicizie. Queste Giornate hanno portato 67mila giovani in 17 diocesi del Portogallo continentale e delle isole.
Ora i pellegrini stanno arrivando a Lisbona dove sono giunti i simboli della Giornata mondiale della gioventù, la croce pellegrina e l’icona di Nostra Signora Salus Populi Romani. Hanno concluso un viaggio straordinario, un vero e proprio pellegrinaggio mondiale che è iniziato nel 2020 in Angola ed è arrivato in Portogallo alla fine dell’ottobre del 2021. Centinaia di migliaia di chilometri percorsi, migliaia di parrocchie attraversate in tutto il mondo. Due iniziative, ha detto il patriarca di Lisbona Manuel Clemente, che «hanno superato le aspettative”, generando “una partecipazione straordinaria» in tutte le parrocchie e le diocesi del Paese. Anche qui, il protagonismo di giovani è stato “determinante”.
Don Filipe Diniz, responsabile della pastorale giovanile per la Conferenza episcopale portoghese e coordinatore delle Giornate diocesane e del pellegrinaggio dei “simboli”, ha raccontato di eventi che hanno superato i confini delle parrocchie e coinvolto centro commerciali, addirittura carceri e strutture per anziani. È l’effetto contagioso della Gmg, di ogni Gmg.
A Lisbona uno dei focus è, nell’abbraccio della fede, la cura del creato sul quale papa Francesco non smette di insistere. L’app ufficiale dell’evento permette, attraverso un test, di calcolare l’impronta ecologica dei singoli pellegrini durante la Giornata. È una Gmg che parla il linguaggio dei giovani con alcuni interessanti esperimenti come quello organizzato per il Convegno Internazionale sulla Cura del Creato, dal tema L'impegno dei giovani per l’ecologia integrale. Stili di vita per una nuova umanità che si è svolto lunedì presso l'Universidade Catolica Potuguesa, dove è stata utilizzata la tecnologia del metaverso per dare l'opportunità a chi non potrà essere fisicamente presente di partecipare all'incontro. La start-up Metamouth ha sviluppato la tecnologia messa a servizio della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, che consentirà, da un lato, ai giovani che non possono essere presenti di partecipare, dall'altro a chi è a Lisbona di vivere una nuova esperienza immersiva di confronto e dialogo, come spiega Francesco Di Marzio, fondatore della start-up: «Abbiamo utilizzato la piattaforma del metaverso come ambiente di unione con finalità inclusiva che permetterà di partecipare all'incontro anche a persone che, per varie ragioni, non potranno essere a Lisbona nei prossimi giorni, ma anche per permettere una fruizione diversa da parte di chi, comunque, sarà presente all'incontro. Un modo per far comprendere come la tecnologia del metaverso possa essere utilizzata in modo cristiano e a servizio del prossimo».
Intanto, ha aperto ufficialmente i battenti Casa Italia, il “quartier generale” dei ragazzi italiani (gli iscritti ufficiali sono 63mila, ma qualcuno si aggiungerà sicuramente last minute) aperto ogni giorno dalle 9 alle 22 e dove sulla facciata sventola la bandiera firmata il 10 giugno scorso dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e accanto campeggia la scritta «insieme». «La Cei, con Casa Italia, vuole essere per i pellegrini italiani che arrivano a Lisbona un simbolo di unità, di aiuto nel cammino», ha detto monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, prima di tagliare il nastro. «La bandiera firmata dal Presidente Mattarella», ha aggiunto mons. Baturi, «è un segno per i ragazzi italiani che sono qui e per quelli che restano in Patria, perché l'essere cristiani è un bene per tutti, è offrire la possibilità di un bene di cui tutti possono godere. L'ambizione è che la nostra Italia sia una casa buona per tutti». «Siamo qui per risolvere problemi. I gruppi», ha spiegato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, «troveranno la segreteria del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile che offrirà assistenza agli accompagnatori e ai responsabili, un ufficio dell'Ambasciata e un presidio medico. I ragazzi, intanto, possono incontrarsi, condividere esperienze, riposarsi».