Rio de Janeiro
Mezz'ora di colloquio e di emozioni. Quello di papa Francesco con i detenuti, sei ragazzi e due ragazze provenienti da quattro diversi istituti di pena, è stato un incontro amichevole e franco. Alla presenza dell'arcivescovo di Rio de Janeiro, Orani Tempesta, di un sacerdote e di un laico incaricati della pastorale delle carceri e di un giudice responsabile delle carceri minorili, gli otto ragazzi, seduti in cerchio attorno al Papa, hanno potuto dialogare con Francesco.
Ciascuno ha portato un dono, una foto da autografare. E poi, insieme,
hanno regalato al Papa un grande rosario con palline di polistirolo per ricordare il massacro di Candelaria dove, esattamente 20 anni fa,
furono massacrati dalla polizia 60 meninos de rua. Su ciascuna delle palle che costituivanoi grani del rosario c'era il nome di uno dei ragazzi uccisi. Insieme con il Papa i ragazzi hanno recitato il Padre nostro
per pregare, come il Papa ha chiesto, per tutti i giovani vittime della violenza. A loro Francesco ha detto più volte:
«Mai più violenza nella vostra vita, solo amore». E, invitandoli a guardare al futuro e a considerarsi parte della Gmg, li ha esortati anche a pregare per lui. Tutti i minori indossavano una maglietta della Giornata mondiale della gioventù. «Un modo», ha sottolineato padre Federico Lombardi, «per ricordare che
la Gmg coinvolge tutti i giovani, anche quelli che sono in difficoltà».
A tutti, poi ha chiesto «di vivere l'impegno di fede e di testimoniare la fede». Nel corso
dell'Angelus, che ha recitato dal balcone del palazzo arcivescovile, papa Francesco ha ricordato anche la ricorrenza dei santi Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù. E proprio in questo giorno, in Brasile come in altri Paesi latinoamericani, si celebra la festa dei nonni.
«Quanto sono importanti», ha sottolineato Francesco, «per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società».