Rio de Janeiro
Alla fine cantano tutti, anche alcuni vescovi. D'altronde "Nel blu dipinto di blu” sono note e parole sinonimo di italianità in tuttop il mondo. E poco importa se a Rio, patria del sole, ora piova e il cielo sia plumbeo. Francesco Renga e Chiara cantano “Volare” di Domenico
Modugno;
il meeting degli italiani (dal titolo ultramoderno, stile hastag: #immaginaRio, giovani in festa con papa Francesco”) colora d'azzurro il Maracanazinho, un palazzetto dello sport adiacente al tempio del calcio, il Marcanà; la gioia dilaga.
La festa in realtà è uno studiato intreccio di musiche
(oltre a Renga e Chiara, anche Ron e gli Zero assoluto), testimonianze, preghiera, e il collegamento con papa Francesco. Un brano di don Tonino Bello attira l’attenzione delle migliaia di ragazzi presenti,
seguito da un ultimo tweet: “Sono a Rio - ha scritto una giovane
partecipante alla Gmg - perché solo l’amore dà senso alle cose”
«Fidatevi
del Cristo, ascoltatelo, seguitene le orme, non ci abbandonerà mai», dice in italiano Jorge Mario Bergoglio.
Non lontano dal Maracanazinho,il Pontefice inaugura in
contemporanea l’ospedale dedicato a San Francesco d’Assisi, per
la cura e il recupero dei tossicodipendenti. Da lì, Francesco
si rivoge agli italiani, e ai giovani brasiliani di origine
italiana: «A Copacabana avremo l’occasione per approfondire questa verità che
illumina la vita»”. A “#immaginaRio, giovani in festa con papa
Francesco” si suona, si cantare, si scandiscono slogan, ma si recita anche il Padre Nostro, in comunione con il Papa. Un
video racconta la vicenda di una ragazza giunta nella metropoli
brasiliana per la Giornata mondiale della gioventù alla ricerca di
nuove spinte per la propria vita e la propria fede. Fioccano i tweet: “A volte dovremo mettere gli altri prima di noi”. E
Agata: “Senza gli altri sono soltanto sola”.