Si celebra a livello locale. In tutte le diocesi. A Roma, durante la concelebrazione della Domenica delle Palme presieduta da papa Francesco, è inoltre prevista l'ideale staffetta tra Brasile e Polonia: i giovani di Rio de Janeiro, guidati dal cardinale Orani João Tempesta, passano il testimone ai giovani di Cracovia, accompagnati dal cardinale Stanisław Dziwisz, già segretario di Giovanni Paolo II.
Jorge Mario Bergoglio utilizza un pastorale in legno di olivo fatto dai detenuti del carcere di Sanremo, che termina in alto con la croce e porta anche lo stemma del Papa. Il rito inizia alle 9.30 con la Benedizione delle Palme. Si tratta dei tradizionali “parmureli” provenienti da Sanremo e Bordighera: tremila rami di palma intrecciati secondo l’antica tradizione del Ponente ligure. Il "parmurelu" riservato al Papa è stato intrecciato con tre foglie di palma unite, a simboleggiare la Trinità. Gli olivi e i fiori che ornano Piazza San Pietro provengono, invece, dalla Puglia. In particolare, lo spazio intorno all’obelisco richiama l’accoglienza di Cristo a Gerusalemme. Il Vangelo proposto dalla liturgia racconta la Passione del Signore secondo Matteo. Durante la preghiera dei fedeli c’è un’intenzione in francese per “i perseguitati a causa della fede”, affinché il “sacrificio d’amore” del Signore “sostenga la fedeltà e la mitezza dei cristiani” durante la prova. In cinese si pregherà per la pace tra i popoli e la giustizia nel mondo. Dopo la Messa, il Papa guida, sempre in Piazza San Pietro, la preghiera dell’Angelus. Nell’occasione, si svolge il passaggio della croce della Giornata mondiale della gioventù e dell’Icona mariana della Salus Populi Romani dalle mani dei giovani brasiliani a quelle dei coetanei polacchi che le porteranno in pellegrinaggio sino a Cracovia, sede della prossima Gmg, nell’estate 2016.
La XXIX Giornata mondiale della gioventù ha per tema la prima delle Beatitudini: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Nel Messaggio per la Giornata, Jorge Mario Bergoglio ha indicato le tappe del
cammino che porterà all'incontro internazionale di Cracovia nel 2016. «Nei prossimi tre anni - scrive il Papa - vorrei riflettere
insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di
san Matteo (5,1-12). Quest’anno inizieremo meditando sulla prima:
"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5,3); per il 2015 propongo "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8); e infine, nel 2016, il tema sarà "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia"» (Mt 5,7).
«Nel proclamare le Beatitudini - scrive Francesco - Gesù ci invita a
seguirlo, a percorrere con Lui la via dell’amore, la sola che conduce
alla vita eterna. Non è una strada facile, ma il Signore ci assicura la
sua grazia e non ci lascia mai soli. Povertà, afflizioni, umiliazioni,
lotta per la giustizia, fatiche della conversione quotidiana,
combattimenti per vivere la chiamata alla santità, persecuzioni e tante
altre sfide sono presenti nella nostra vita. Ma se apriamo la porta a
Gesù, se lasciamo che Lui sia dentro la nostra storia, se condividiamo
con Lui le gioie e i dolori, sperimenteremo una pace e una gioia che
solo Dio, amore infinito, può dare».
E prosegue: «Ma che cosa significa “beati” (in greco makarioi)?
Beati vuol dire felici. Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In
un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia
di accontentarsi di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita.
Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! Come diceva il
beato Piergiorgio Frassati, "vivere senza una fede, senza un patrimonio
da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è
vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere"».