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lunedì 16 settembre 2024
 
 

Gmg, la gioia dei cubani

24/07/2013  C'è chi ha avuto per la prima volta un passaporto ed ha potuto espatriare, c'è chi per la prima volta vive un'esperienza internazionale, cosmopolita: quando la fede si colora di libertà. Storie di giovani pellegrini giunti dall'Avana.

Rio de Janeiro

A 24 anni compiuti, Meylan Legorburo non aveva mai avuto un passaporto. Il suo orizzonte sociale e religioso coincideva con i confini di Cuba. Non sapeva neppure lei cosa aspettarsi di preciso da un'esperienza simile. Ha lasciato l'Avana il 15 luglio con altri 47 giovani connazionali. «Ho cominmciato a realizzare che non era un sogno quando ho messo al nostro aeroporto internazionale, il Jose Martì. Da Cuba, a dire il vero, siamo 55 in tutto. Deve infatti conrtare anche quattro preti, due suore e monsignor  Alvaro Julio Beyra Luarca, vescovo della diocesi del Santisimo Salvador de Bayamo y Manzanillo».

Ora Meylan sorride contenta in Rua Ronald de Carvalho, nel centro di Rio de Janeiro. La Gmg è un laboratorio che fa maturare: «Trovo interessante confrontarmi con persone distanti da me e non solo in termini geografici. Ho fatto amicizia con alcuni olandesi; ho già scambiato un foulard con degli italiani e ho avuto modo di parlare con un paio di seminaristi filippini. Diciamo che i costi sostenuti per essere qui (1.800 dollari circa a testa, ndr.), tutti coperti dalla Chiesa cattolica, sono soldi ben spesi. Tornerò a casa più consapevole e  desiderosa di trasmettere agli altri l'entusiasmo che si respira a Rio». Accanto a lei, Miguel Angel Monto, uno studente universitario di 23 anni, conferma e rilancia: «Quando sento parlare di slancio missionario penso alla mia Cuba dove il 60-70 per cento degli oltre 11 milioni di abitanti si dichiara cattolico, ma dove solo il 2,5 per cento si può dire davvero praticante». 

Molto atteso l'incontro con il Papa. «E' Pietro», dice Meylan. «è colui che guida, orienta e sostiene. Sappiamo che le visite dei papi lasciano il segno. E' successo anche da noi, dopo lo storico viaggio di Giovanni Paolo II nel gennaio 1998». 



 

 
 
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