Colpo di fulmine alla Gmg di Colonia,nel 2005. Lei è col gruppo dell’Azione cattolica di Milano,lui con i giovani dell’oratorio del suo quartiere milanese di Pratocentenaro.«Non appena l’ho visto, mi sono innamorata immediatamente di lui», racconta Laura. A Colonia non hanno la possibilità di parlarsi, di conoscersi.«Emanuele aveva una fidanzata. Poi, al ritorno a Milano, dopo qualche mese sono venuta a sapere che era tornato single». Laura è determinatissima, sa cosa vuole: comincia a cercare informazioni su di lui attraverso gli amici, i contatti comuni, un pressing infaticabile. Una sera si presenta nell’oratorio di Emanuele, dove lui suona con il suo gruppo rock. Lo conosce e lo conquista.
Sette anni di fidanzamento. Oggi, Laura Plebani ed Emanuele Bazzotti sono moglie e marito.
Lei, 28 anni, cortissimi capelli a spazzola e aria sbarazzina, ha
studiato cinema al Centro sperimentale di Roma, sogna di fare la regista
e lavora come free-lance. Lui, 32 anni, una lunga chioma nerissima da
rocker, ha in tasca una laurea triennale in Ingegneria spaziale («Tutti
si stupiscono quando lo dico», ride). Ma la sua vera passione è la
chitarra moderna. Oggi fa l’insegnante in alcune scuole di musica,
scrive recensione di chitarre elettriche per una rivista specialistica. E
fa parte di Shekinah, il coro della Pastorale giovanile diocesana che
da anni si dedica all’animazione dei momenti di preghiera dei giovani,
in particolare le veglie diocesane nel duomo di Milano. E con il coro
Shekinah, Emanuele e Laura hanno vissuto insieme la Gmg di Madrid, due
anni fa.
Quando li incontriamo, nel loro appartamento immerso nei colori, radiosi
e innamoratissimi, sono sposati da meno di una settimana. «Abbiamo scelto la data del 21 giugno per vari motivi:
perché il primo giorno dell’estate simboleggia per noi il cambiamento,
il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, e perché è la festa di San
Luigi Gonzaga, il patrono dei giovani». Un matrimonio decisamente in
controtendenza,il loro, sobrio, essenziale,semplicissimo: celebrazione
e, subito dopo, cena nell’oratorio della chiesa, organizzando tutto con
il fai da te. «Alle bevande ci hanno pensato i miei genitori», racconta
Emanuele, «al cibo la famiglia di Laura; abbiamo messo alcuni amici a
cuocere carne alla griglia, a tutti abbiamo affidato qualcosa da fare. Gli abiti di nozze li abbiamo acquistati entrambi in una catena di abbigliamento low cost che ha una linea più elegante».
Fai da te anche per le fedi: «Le abbiamo fatte in un laboratorio
legato a una cooperativa sociale dove lavorano persone disabili. Le
abbiamo forgiate noi stessi, fondendo l’oro recuperato da oggetti e
regali vari che non usavamo più. È stata una fatica molto simbolica:il
matrimonio non è un traguardo, è l’inizio del nostro cammino insieme».
In controtendenza, c’era da scommetterci, anche il viaggio di nozze: la loro luna di miele sarà la Giornata mondiale della gioventù di Rio. «Abbiamo
aderito alla proposta della Pastorale giovanile di Milano. Ci siamo
iscritti come coppia indipendente». La partenza è fissata per il 15
luglio:prima destinazione, la parrocchia Nossa Senhora das Graças di San
Paolo, gestita da un prete italiano, per vivere la settimana
missionaria ospiti delle famiglie locali. Il 22 partiranno per il
santuario di Aparecida e arriveranno a Rio.Per loro, nessuna lista nozze
tradizionale.«Non ci serve nulla e non volevamo regali inutili. Abbiamo
chiesto a tutti di dare, se volevano e con molto libertà, del denaro. Tutto quello che abbiamo raccolto – circa cinquemila euro – lo porteremo in Brasile: una parte sarà per la parrocchia che ci ospita a San Paolo, il resto lo destineremo a vari progetti di sviluppo nel Paese».
Giulia Cerqueti