El Escorial, Madrid
La Spagna alza il sipario sulla prossima Giornata mondiale della gioventù prevista a Madrid tra il 16 e il 21 agosto. Lo fa illustrando temi e programma a trecento delegati attivi nel campo della pastorale giovanile, ospitati nel monastero di San Lorenzo dell'Escorial, il monumentale complesso fatto erigere da Filippo II nella seconda metà del Cinquecento, a circa 40 chilometri dal cuore della capitale.
I lavori del secondo incontro preparatorio della Gm hanno visto arrivare in Spagna i rappresentanti di 84 Conferenze episcopali e di 47 tra movimenti e associazioni. Quella di Madrid confermerà la struttura classica delle Gmg, consolidatasi nel tempo, dalla Messa di apertura (martedì 16 agosto, Plaza de la Cibeles) alla cerimonia d'accoglienza del Papa (giovedì 18 agosto, Plaza de la Cibeles), dalla Via Crucis per le vie di Madrid (la sera di venerdì 19) alla Veglia (sabato 20) e alla Messa conclusiva (domenica 21 agosto), entrambe presiedute da Benedetto XVI nella grande area dell'aeroporto militare madrileno Cuatro vientos. Ma la prossima Gmg accentuerà ulteriormente il carattere missionario dell'evento. Il come e il perché lo spiega a FamigliaCristiana.it il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola.
«Posto che la Gmg è, e vuole rimanere, un momento di festa - come potrebbe essere altrimenti in Spagna? - vogliamo dare il massimo spazio alla preghiera, all'adorazione, all'incontro personale con Cristo nel sacramento della riconciliazione», dice il porporato. «Desideriamo offrire risposte convincenti radicate nel Vangelo alle inquietudini che abitano il cuore dei giovani d'oggi. Siamo di fronte alla terza generazione con cui si misurano le Gmg. La prima», prosegue il cardinale Rouco Varela, «fu quella del '68, attraversata da fermenti rivoluzionari, segnata dal "proibito proibire", vogliosa di libertà, ma in questo suo anelito contraddittoria, giacché alla fine si alleò con l'ideologia totalitaria e liberticida del marxismo-leninismo». A questi giovani la Chiesa temeva di non riuscire più a parlare fin quando, per una feconda intuizione di Giovanni Paolo II, decise di dar vita alle Giornate mondiali della gioventù, la prima delle quali si celebrò a Roma nel 1984.
«La seconda generazione», sottolinea l'arcivescovo di Madrid, «è quella del 1989, legata alla caduta del Muro di Berlino, alla fine delle ideologie, più attenta alla dimensione spirituale, una generazione che senza dubbio è stata sensibile al carisma e all'insegnamento di Giovanni Paolo II, testimone appassionato e credibile. La terza generazione, quella che affollerà Madrid ad agosto, è quella di Internet: divora comunicazione, ma alla fine fa espereienza di solitudine, incapace com'è di autentici rapporti interpersonali, spesso portata a crearsi una "realtà virutale" abolendo gioie e fatiche della più autentica realtà di tutti i giorni. A tutti noi annunceremo Cristo, via, verità e vita».
Il cardinale Rouco Varela afferma, poi, che nella preparazione della Gmg «non c'è stata nessuna divergenza con il Governo» di Zapatero e confida che la Giornata mondiale della gioventù sia davvero «una buona occasione per dialogare con la società civile spagnola a livello culturale».