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sabato 07 settembre 2024
 
 

Gotor: "Uno strumento utile, c'è ancora da indagare"

07/08/2013  Secondo lo storico da chiarire i legami tra Br e altri movimenti terroristici. E poi sullo strano episodio del lago della Duchessa...

“È un caso così importante per la storia del nostro Paese che è opportuno continuare a indagare su ciò che ancora non è emerso, in particolare sui rapporti internazionali delle Brigate Rosse, per esempio. Mi riferisco ai legami con la Raf, con il mondo francese e con i palestinesi. Le Br erano parte di un movimento internazionale, di un fronte di guerriglia attivo nei principali Paesi europei. Su questo è possibile ancora indagare”.

Miguel Gotor,
storico e senatore del Pd, autore, tra l’altro, de Il memoriale della Repubblica (Einaudi) è convinto che valga la pena l’istituzione di una nuova Commissione d’inchiesta sul caso Moro “perché molto è stato fatto, ma molto ancora di può fare, visto anche che è ancora possibile ascoltare dei testimoni prima che scompaiano e porre loro delle nuove domande alla luce di una maggiore distanza rispetto ai fatti e a nuove acquisizioni che si sono fatte”. In particolare, secondo lo studioso, “oltre ai rapporti internazionali, la vicenda di via Gradoli e la relazione tra l’individuazione del covo e il falso comunicato del lago della Duchessa”.

Il giorno in cui una perdita d’acqua (casuale secondo alcuni, pilotata secondo altri) fece scoprire il covo Br, la gran parte delle nostre forze dell’ordine erano state dirottate al lago della Duchessa, vicino Viterbo, dove, un finto comunicato delle Br, indicava essere stato gettato il corpo senza vita di Moro. “Non è mai stata veramente chiarita tutta la vicenda che ruota attorno al falso comunicato n.7 e al momento in cui è stato diramato”. Infine, tra i punti ancora da chiarire, secondo Gotor, “c’è la vicenda delle trattative segrete condotte da emissari del Vaticano e, soprattutto, ciò che riguarda gli scritti di Moro. In particolare ciò che riguarda gli originali del memoriale di Aldo Moro e dei tempi e modi dei due successivi ritrovamenti delle fotocopie. A tutt’oggi l’originale (che le Br dicono di aver distrutto, n.d.r.) è scomparso. Mi sembra opportuno che, finché si può ancora sapere qualcosa, si continui a indagare. Il fatto stesso che l’iniziativa abbia trovato subito concordi i capigruppo indica che c’è la volontà di approfondire”

 
 
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