La nuova alleanza giallorossa parte subito di slancio puntando su tre interventi chiave che fanno sperare che finalmente qualcosa si muova per le famiglie: lo stop all’aumento dell’iva, il taglio del cuneo fiscale e l’assegno unico per i figli a carico. Interventi, particolarmente quest’ultimo, pensati per alleggerire economicamente e far ripartire il Paese in un momento storico di assoluta depressione demografica. Basti pensare che l’Italia, subito dopo il Giappone, è il Paese più vecchio del mondo. Con il risicato indicatore di 1,3 figli per donna, è ben al di sotto di quella che i demografi chiamano "la soglia minima di sostituzione", ovvero quel numero di figli necessario “per rimpiazzare naturalmente i decessi".
Eppure Gigi De Palo, 42 anni e 5 figli, presidente del Forum delle Famiglie che da quattro anni si batte per l’assegno unico per i figli all’interno di un urgente #pattoXnatalità che coinvolga non solo la politica, ma anche tutte le forze del sistema-Italia tra associazioni, sindacati, banche, imprese, mondo mediatico, è scettico. «Perché è una grande vittoria del Forum che il premier Conte ne abbia parlato nel discorso programmatico, però per come se ne parla sui giornali l’assegno unico così, cioè pensato per le famiglie indigenti, non è la proposta che abbiamo avanzato noi che vogliamo valorizzare anche le famiglie del ceto medio».
Voi chiedete un assegno “piatto”?
«Sì, 150 euro per ogni figlio indipendentemente da ogni reddito. Questa è la vera rivoluzione culturale. Non ragionare solamente sui redditi bassi e sull’Isee ma considerare il figlio un bene comune. Questo mi preoccupa, che siano ancora lì. Che non passi l’idea del valore del figlio in quanto tale. Dobbiamo smarcarci dal tema solamente dell’indigenza andando oltre un approccio emergenziale perché solo così si possono fare politiche che sappiano di futuro ».
Il premier ha parlato anche di asili nido. Cosa ne pensa?
«Siamo contenti quando si parla di provvedimenti per le famiglie. Tuttavia, siamo convinti che prima di avere l’asilo nido gratis è necessario fare tutto il possibile per avere più bambini. Altrimenti, avremo posti gratis per bambini che non sono mai nati. Ripeto, o il ragionamento è fatto seriamente e quindi prevede lo shock fiscale come l’assegno unico “piatto”, oppure è il solito gioco dello slogan che non porta a nulla. Ed è quello che io vedo capitare puntualmente da 4 anni e tutti i governi che si sono alternati».
Cosa serve concretamente per far ripartire la natalità?
«Dare fiducia alle famiglie. Sapere che se fai un figlio e non vieni abbandonato a te stesso, essendo i figli la seconda causa di povertà in Italia. Quando, invece, il figlio è un bene comune, del Paese ed ecco perché in quanto tale va riconosciuta alla famiglia l’importanza del servizio che svolge. E allora io dico: cominciamo a dare risorse alle famiglie perché possano decidere come investirle. Perché non è detto, per esempio, che a una famiglia che non vive in città interessi il nido gratis. La natalità non riparte solamente per un posto al nido, ma se tutto metti nelle tasche delle famiglie italiane da 150 euro in su a figlio vedi come cambia lo scenario. E rimetti in moto l’economia. Tutti i paesi che crescono mettono un “più” sulla natalità. Basta pensare a quanto si fa volentieri la differenziata con un figlio perché la fai come atto d’amore. Un figlio ti mette gli occhi della tigre, ti fa dire “ne vale la pena”. Certo non sono i soldi a costruire questa mentalità, ma ti danno fiducia».
Qual è la cosa grave che più la accalora?
«Che i soldi ci sono. Non stiamo chiedendo ulteriori risorse. Chiediamo al Governo di non perdere i soldi inutilmente perché così nessuno è felice. Spendi i soldi, li spendi male e non hai ritorni a livello politico… E, poi, sento l’urgenza di tutte le famiglie che incontro, che mi fermano per strada, al semaforo e mi dicono: “Mi raccomando, l’assegno per figlio. Dai dai!”. Assegno, per altro, che darebbe risorse anche a chi ha un lavoro atipico, a chi i figli li ha avuti da poco e ai giovani che li faranno ».