logo san paolo
lunedì 05 giugno 2023
 
 

Regno Unito, quante mamme detenute

20/09/2012  In Gran Bretagna sono oltre 17 mila i bimbi britannici figli di donne in carcere, che sono in tutto 10.181, il doppio di quelle che si trovavano dietro le sbarre 15 anni fa.

La Gran Bretagna è il paese europeo con la più alta percentuale di donne in carcere. Nel 2011 le donne incarcerate sono state 10.181, il doppio di quelle che si trovavano dietro le sbarre 15 anni fa. La più grave conseguenza di questo fenomeno è la difficile condizione dei figli delle detenute. Secondo una ricerca del quotidiano The Independent in tutto il Regno Unito i bambini costretti a vivere separati dalle madri recluse sono 17.240. Sono solo 80 i bambini che vivono in carcere accanto alle madri, accolti in particolari reparti di accoglienza. Il timore è che si stia creando in questo modo una “generazione perduta” di bambini cresciuti senza avere accanto a loro una figura materna. Una condizione che provoca danni emotivi, sociali, materiali e psicologici.

Secondo la ricerca, quasi due terzi dei bambini con un genitore in carcere sono destinati a commettere un reato, inoltre aumenta il rischio di comportamenti anti-sociali. Aumenta di tre volte anche il rischio di soffrire di turbe mentali. I due terzi delle oltre 10 mila donne mandate in carcere nel 2011 hanno scontato pene non superiori ai 6 mesi. Oltre un terzo delle detenute è finita per cella per furto e per reati minori, un quarto di loro non aveva precedenti penali. Per lo Stato il costo annuo di una detenuta è di oltre 56 mila sterline (quasi 70 mila euro).

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo