Una scena di Nabucco, in programma al Teatro Regio.
Prosegue fino al 20 ottobre il Festival Verdi, che dal 26 settembre ha animato la vita culturale di Parma e Busseto con opere, concerti, recital e incontri. C’è ancora tempo per vedere le ultime repliche delle quattro opere in programma. Mercoledì 16 (ma anche il 18 e il 20 ottobre) va in scena Aida al teatro Giuseppe Verdi di Busseto, con il recupero dello storico allestimento del 2001 firmato da Franco Zeffirelli. È quella che i melomani hanno soprannominato “Aidina”, perché si tratta di uno spettacolo che, dati gli spazi ristretti del Teatro di Busseto, rinuncia alla solita abbondanza di comparse e a scenografie kolossal stile Arena di Verona. Dirige Michelangelo Mazza, mentre nel ruolo di Aida si alternano Natalie Aroyan e Burçin Savigne.
Giovedì 17, al Teatro Regio di Parma, va in scena l’ultima recita di I due Foscari, con la direzione musicale di Paolo Arrivabeni, la regia di Leo Muscato e la presenza di solisti come Vladimir Stoyanov, Stefan Pop, Maria Katzarava, Giacomo Prestia.
Sabato 19 ultima recita anche per Luisa Miller. Dirige Roberto Abbado, mentre la regia è affidata a Lev Dodin. Nel cast spiccano le voci di Riccardo Zanellato, Amadhi Lagha, Franco Vassallo e Francesca Dotto (Luisa). Lo spettacolo è allestito in un luogo insolito per gli spettacoli d’opera, la Chiesa di San Francesco del Prato. La grande chiesa risale al XIII secolo e si trova sula stessa piazza appartata che ospita la Casa del Suono e la Casa della Musica. Affidata ai Francescani, la chiesa fu trasformata in un carcere nell’epoca napoleonica e venne utilizzata come casa di pena fino al 1992. Ora è in corso un complesso restauro che dovrebbe concludersi entro il 2020. Le recite di Luisa Miller si svolgono fra le impalcature che ingabbiano colonne e pareti. Geniale l’idea di Anna Maria Meo (direttore generale del Teatro Regia) e di Roberto Abbado (direttore musicale del Festival Verdi) di portare un’opera in questo edificio così ricco di storia e in via di trasformazione. “Un luogo monumentale come San Francesco”, dice Anna Maria Meo, “grazie alla disponibilità del vescovo Solmi, si apre di nuovo al pubblico dopo anni di abbandono, sfruttando la fase dei lavori di restauro prima della riapertura come luogo di culto e dimostrando così che tutela e conservazione possono andare di pari passo con la valorizzazione e l’utilizzo culturale degli spazi monumentali, come oramai dimostrato con eccellenti risultati da molteplici esperienze in tutta Italia”.
L’ultima recita di Nabucco è prevista al Teatro Regio domenica 20 ottobre alle 15,30. Francesco Ivan Ciampa dirige la Filarmonica Arturo Toscanini, il Coro del Regio e una compagnia di canto in cui spiccano il possente Amartuvshin Enkhbat (Nabucco) e Saioa Hernandez (Abigaille). Il progetto creativo è di Ricci/Forte, mente Stefano Ricci firma la regia. L’opera è ambientata in un futuro inquietante. Spiegano Ricci/Forte: “Siamo nel 2046. Città devastate, nelle quali regna il silenzio. La terraferma non è più un luogo sicuro dove abitare. Dopo il crollo della civiltà dei social media, per come la ricordavamo, ora imperano nuovi assetti sociali basati su coercizioni antiche prese in prestito dal passato remoto”. Lo spettacolo inquieta, affascina e soprattutto ha una grande coerenza. Alla “prima” i tradizionalisti del loggione lo hanno vivacemente contestato, ma poi anche loro si sono dovuti arrendere di fronte alla bellezza dell’allestimento e alla prova eccellente di Ciampa e dei cantanti.
Una versione di Nabucco per il pubblico delle famiglie e delle scuole è prevista il 18, 19 e 20 ottobre nel Ridotto del Teatro Regio. Si intitola Nabuccolo e vede la partecipazione di cantanti, pupazzi, attori e burattini.
L’evento è uno dei tanti che arricchiscono un Festival ricco di appuntamenti, compreso il Verdi Off curato da Barbara Minghetti, , capace di animare ogni angolo della città, zone periferiche comprese.