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mercoledì 21 maggio 2025
 
 

Grasso, il timoniere del dopo-Napolitano

30/12/2014  La seconda carica dello Stato ha un passato dedicato alla lotta alla mafia e alla tutela dei cittadini, filo conduttore del suo impegno politico e istituzionale.

Il presidente del Senato Pietro Grasso (Ansa).
Il presidente del Senato Pietro Grasso (Ansa).

 I  piccoli del coro delle mani bianche, composto da bambini e bambine con disabilità uditive, ritmano l’inno nazionale dallo scranno più alto del Senato. Al buffet si beve il Nero d’Avola e il vino bianco Placi- do Rizzotto della cantina Centopassi, nata in Sicilia su terreni confiscati alla mafia. Pietro Grasso, con accanto la moglie Maria Fedele, non dimentica le sue origini e il suo impegno neppure negli ultimi giorni dell’anno. Il concerto di Natale, l’ultimo che ha visto la presenza di Giorgio Napolitano come capo dello Stato, è l’occasione per fare beneficenza e per ribadire che «i giovani vanno avvicinati alle istituzioni. È importante non lasciare indietro nessuno e porre proprio i ragazzi al centro della nostra attenzione, facen- doli protagonisti e non spettatori della vita del nostro Paese». 


Parole non retoriche, quelle del presidente del Senato, che si appresta a svolgere una delle funzioni più delicate previste nel suo incarico: quella di supplente del presidente della Repubblica, all’indomani delle dimissioni di Giorgio Napolitano. «Quando accadrà, affronterò quei giorni di supplenza nel pieno rispet- to delle prassi costituzionali e con il massimo impegno», dice il senatore Grasso. La seconda carica dello Stato auspica che, in questa occasione «il Parlamento dia una prova di maturità, convergendo in breve tempo su una personalità condivisa e autorevole».

Non ama le polemiche, Pietro Grasso. Con la saggezza dei suoi 70 anni compiuti proprio il primo gennaio, guarda all’anno appena concluso e spera che non ci siano turbolenze eccessive a complicare ulteriormente la vita del nostro Paese. Si augura, innanzitutto, che non ci siano forze politiche irresponsabili che premano per tornare prematuramente alle urne, anche prima di una nuova legge elettorale: «Non credo che i cittadini tornerebbero volentieri, dopo aver seguito per mesi accesi dibattiti nelle aule parlamentari – a volte anche troppo accesi – in merito al superamento del bicameralismo paritario, a votare come se nulla fosse mai avvenuto». Il Presidente teme che «sul piano internazionale finiremmo per dare l’immagine di un Paese instabile e impossibilitato a programmare le proprie politiche anche solo a medio termine, consegnandoci a turbolenze, anche economiche, che non potremmo sostenere».

Con la voce calma e ferma di chi sa di dover affrontare un anno impegnativo, Pietro Grasso elenca, nel discorso alla stampa di fine anno, le tante questioni avviate e da portare presto a compimento: «Il Governo Renzi si è insediato meno di un anno fa. In questo breve lasso di tempo sono stati approvati, avviati o annunciati importanti progetti di riforma: quello costituzionale, quello del lavoro, della Pubblica amministrazione, del fisco, del Terzo settore, dell’istruzione, della giustizia civile e penale. La situazione del Paese ci impone di continuare, con rapidità e determinazione, su questa strada».

Nel cuore di Grasso anche il tema dei danni ambientali, e il disegno di legge che giace al Senato da più tempo. Con la promessa di discuterne proprio in questo primo mese dell’anno per  «mantenere questo impegno morale con i cittadini di tante città del nostro Paese, da Nord a Sud, colpiti da reati davvero odiosi come quelli contro l’ambiente, la natura e la salute». La tutela dei cittadini, che è stata l’anima del suo lungo lavoro in magistratura, è anche  il filo conduttore del suo impegno in politica. Una tutela che passa sia attraverso la  difesa delle istituzioni, come con la costituzione di parte civile del Senato nel processo sulla compravendita di senatori, sia attraverso il richiamo alle stesse istituzioni, come nel caso Cucchi, perché «abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, perché lo Stato non può sopportare una violenza impunita di questo tipo». 

A chi gli ricorda che il suo nome è nella rosa dei possibili successori di Napolitano, il presidente del Senato si schermisce e afferma di voler continuare con coerenza la sua battaglia contro la corruzione e l’illegalità. Contro «il volto oscuro delle mafie che si infiltra dentro la società, dentro le istituzioni, dentro l’economia, che controlla territori e impedisce lo sviluppo e una piena democrazia, che cerca di radicarsi, espandersi e sopravvivere nel tempo, che intrattiene relazioni con il potere sociale, economico, politico e istituzionale». 
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