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«Nessuno è troppo piccolo per esercitare un impatto per cambiare il mondo. Quindi, fate tutto ciò che potete e siate creativi». Con queste parole nitide, dirette, prive di retorica, Greta Thunberg ha risposto a tutti coloro che ancora pensano che una ragazzina di 16 anni debba stare al suo posto e che non abbia la facoltà e la responsabilità di alzare la sua voce per strigliare gli adulti richiamandoli al dovere di rispettare l'ambiente e difendere il pianeta nel quale viviamo.
Dopo aver parlato di fronte ai senatori americani a Washington - bacchettandoli senza mezzi termini -, la giovane attivista svedese ha incontrato l'ex presidente degli Usa Barack Obama nella sede della sua fondazione a New York, dove il prossimo lunedì si terrà il vertice delle Nazioni unite sul clima. Domani, 20 settembre, per le strade della Grande mela un milione di giovani si incontreranno al Fridayforfuture, guidato da Greta. Per partecipare alla manifestazione gli studenti hanno ottenuto il permesso di poter saltare la scuola per un giorno.
Obama ha riservato alla Thunberg un'accoglienza molto amichevole e le ha detto: "Tu ed io siamo una squadra", per poi salutarla con un "fist bump", pugno contro pugno, un gesto informale nato negli Usa, molto usato dallo stesso ex presidente e, in generale, dal mondo dello sport americano, dal baseball all'hockey. Per Greta e Obama si è trattato del secondo incontro dal vivo, dopo quello avvenuto a Stoccoma alcuni mesi fa.
Tra tutti i presidenti americani, Obama è probabilmente quello che ha dimostrato una maggiore sensibilità e attenzione per la salvaguardia dell'ambiente e per la lotta al cambiamento climatico, durante i suoi due mandati. Anche se, dal punto di vista ecologico, la sua presidenza è stata caratterizzata da luci ma anche da alcune ombre. Una delle grandi novità in tema ambientale da lui introdotta è stato il Clean power plan: un piano volto a incidere sulla politica energetica del Paese, riducendo le emissioni di gas serra nella produzione di energia elettrica (con l'obiettivo di tagliarle del 32% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030). Uno strumento per combattere gli effetti del cambiamento climatico, che però ha avuto vita breve: il presidente Donald Trump, infatti, l'ha prontamente spazzato via.