Sul suo profilo
Facebook Vanessa Marzullo, 21 anni, di Brembate (Bergamo), scrive di
essere una «studentessa di Mediazione Linguistica e
Culturale, curriculum Attività Internazionali e
Multiculturali - lingue: Arabo e Inglese». Greta Remelli, 20 anni, di Gavirate (Varese), invece, invece si limita a dire di essere una «studentessa di Scienze Infermieristiche». Poche parole dietro le quali si manifesta la grande passione per il volontariato che unisce le due ragazze rapite lo scorso 31 luglio in Siria e liberate ieri.
Vanessa ha deciso di impegnarsi in Siria nel 2012, attraverso iniziative come la diffusione di notizie tramite blog e social network, l'organizzazione di manifestazioni ed eventi in sostegno
del popolo. Greta, invece, pur essendo più giovane fa volontariato internazionale già dal 2011, quando trascorre quattro mesi in Zambia, nelle zone di Chipata e
Chikowa, lavorando presso tre centri
nutrizionali per malati di Aids, incluso alcune settimane
presso le missioni dei padri comboniani. Nel dicembre 2012 è
stata per tre settimane a Calcutta, in India, dove ha svolto
volontariato presso la struttura Kalighat delle suore
missionarie della carità e ha visitato progetti di
assistenza alla popolazione indiana presente negli slum. Dopo è arrivata la Siria, dove ha si è occupata dell'accoglienza dei profughi.
Entrambe erano già state nel Paese altre due volte, sempre a portare medicinali, ad offrire aiuto umanitario. L'ultima volta a marzo, in perlustrazione insieme al loro socio Roberto Andervill con cui hanno fondato il progetto Horryaty, che in arabo significa libertà. La missione era acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari da distribuire al confine. Greta e Vanessa hanno fatto dei corsi di infermieria e avrebbero istruito i ragazzi in materia di pronto soccorso.