Paolo Savona, neo ministro delle Politiche comunitarie, torna al suo posto dopo aver giurato (foto Ansa)
Il governo gialloverde inizia con poco colore. Di colorato, infatti, nel salone del Quirinale, si vedono solo i braccialetti al polso di Matteo Salvini e Gian Marco Centinaio, leghista della prima ora e neo ministro delle Politiche agricole. E la cravatta tie sulla tonalità giallo-arancione del professor Paolo Savona, l’uomo per il quale il governo gialloverde ha rischiato seriamente di saltare.
Per il resto, nel look dei diciotto ministri che hanno giurato al Quirinale, prevalgono il blu (il colore preferito da Berlusconi) e il nero (eleganza o segno dei tempi?). Insomma, i tacchi a spillo e il tailleur blu elettrico sfoggiati da Maria Elena Boschi nel 2014 che fecero tanto discutere sui social è solo un pallido ricordo. Persino nel giuramento dell’esecutivo Gentiloni, 13 dicembre 2016, a dispetto del periodo non proprio tranquillo, si era visto più colore: il rosa camelia della giacca di Beatrice Lorenzin, il rosso di scarpe e borsetta di Roberta Pinotti, il vestito fantasia di Anna Finocchiaro.
Il governo del cambiamento avrà pur portato a Palazzo Chigi due forze antisistema. Ma, a giudicare dal look, la pattuglia dei grillini si presenta in perfetta grisaglia istituzionale, un vero imprinting democristiano com’è nello stile del capo Di Maio. A cominciare dal premier Conte, che sfodera un paio di gemelli molto rassicuranti.
Insomma, se un marziano fosse atterrato sul Colle per assistere alla (sobria) cerimonia, avrebbe sicuramente pensato che gli antisistema duri e puri sono solo i leghisti. Qualche esempio? Dei braccialetti di Salvini e Centinaio (su uno c’è scritto “Salvini premier”, ça va sans dire) s’è detto. Il leader della Lega, velocissimo a farsi un selfie da postare su Twitter, anche se ha cambiato nome e colore al partito, togliendo “Nord” e adottando il blu, sfodera la spilla di Alberto da Giussano e la cravatta verde delle origini. Quando i leghisti guidati da Umberto Bossi calarono a Roma per chiedere la secessione e s'abbigliavano sullo stile del Capo: occhiali a goccia, impermeabile chiaro sopra la giacca a quadretti, sigaro, tono di voce da tribuno, gestualità prorompente. Fino alla famosa canotta sfoggiata dal Senatur su una spiaggia della Sardegna nel 1994 per dire che lui era un uomo del popolo.
La stretta di mano tra il presidente della Repubblica Mattarella e il neo premier Giuseppe Conte (foto Ansa)
Alfonso Bonafede il più elegante e sorridente
Il più compassato di tutti sembra Luigi Di Maio. Recita la formula del giuramento con aplomb da politico consumato. La più emozionata è Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica amministrazione, che legge con tono vibrante e sfoggia un sobrissimo tailleur con camicetta bianca. Barbara Lezzi (ministra per il Mezzogiorno) opta per un tailleur con giacca bianca e pantalone nero. In tailleur total blue Erika Stefani (Affari regionali). Il professore Savona, che pure è al suo secondo giuramento dopo quello del 1993 con il governo Ciampi, sembra il più impacciato. Diluvio di flash quando si alza, occhialini penzolanti (ma per firmare ne tira fuori un altro paio dalla tasca della giacca) e alla fine, rivolto a Mattarella, esclama: “Grazie, presidente”.
Due soli ministri hanno la pochette, il fazzoletto bianco da taschino che nel guardaroba di un vero gentleman non dovremme mai mancare. Danilo Toninelli, entrato all’ultimo nella squadra di governo, che sfoggia un abito nero con cravatta nera, molto in stile “Iene”, per la verità. E Alfonso Bonafede, neo Guardasigilli, che è sicuramente il più elegante con il gilet in tinta con giacca e pantaloni blu e la pochette bianca. Quando giura, si mette la mano sul cuore, come il collega Alberto Bonisoli (Beni culturali) che sfoggia una cravatta rosso fuoco.
Finisce con la foto di rito dove l'unico che sorride è Bonafede e l’applauso dei parenti (numerosissimi) arrivati da tutta Italia per le congratulazioni e i festeggiamenti. Poi il neo governo si trasferisce a Palazzo Chigi per il passaggio di consegne con Paolo Gentiloni. Al momento fatidico della cerimonia della campanella manca la campanella. Il premier uscente se la ride. Si rivede pure la Boschi che passa le consegne, come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a Giancarlo Giorgetti. E siccome il blu è il colore di giornata, anche l’ex sottosegretaria si è adeguata optando per un elegantissimo tailleur total blue. Il tempo di una (gelida) stretta di mano con i vicepremier, Di Maio e Salvini, e si dilegua subito. Insomma, a giudicare dal look della prima, il governo Conte appare molto rassicurante. Speriamo lo sia anche per gli italiani (e lo spread).