E' l'isola più grande del mondo, collocata nell'estremo nord dell'Atlantico tra Canada Islanda e Polo Nord, ricoperta per l'80% del suo territorio dal ghiaccio, ricchissima di minerali come uranio, ferro, petrolio, gas, oro e terre rare, popolata da appena 56mila abitanti, per la stragrande maggioranza di origine indigena, Inuit, che vivono concentrati sulle coste e nella capitale Nuuk. Fino a qualche mese fa la Groenlandia era una terra pressoché isolata, poco conosciuta e considerata, ai margini del pianeta. Mai come adesso l'isola - il cuo nome in danese significa "terra verde" - ha destato l'interesse della comunità internazionale e in occasion delle elezioni politiche si è ritrovata con gli occhi del mondo puntati addosso, da quando il presidente Usa Donald Trump l'ha presa di mira, dichiarando di volerla strappare alla Danimarca e portarla nell'alveo americano (anche se non ha spiegato in quale modo). La Groenlandia, infatti, appartiene al Regno danese, anche se le è stato concesso un autogoverno e dal 2009 - a seguito del referendum del 2008 riconosciuto da Copenaghen che ha aperto la strada verso l'indipendenza - gode di un'ampia autonomia in materia legislativa, giudiziaria e nella gestione delle risorse naturali. Mentre la Danimarca mantiene ancora il controllo su finanze, politica estera e difesa militare.
Le elezioni anticipate che si sono svolte l'11 marzo - per rinnovare i 31 seggi del Parlamento unicamerale - hanno consegnato la vittoria al centrodestra del Partito democratico (Demokraatit) fino ad oggi all'opposizione, che ha ottenuto il 29,9% dei consensi (almeno secondo le stime provvisorie, dato che per certificare i risultati ufficiali ci vorranno settimane). Anche in Groenlandia, dunque, a prevalere è il nazionalismo, con l'aspirazione all'indipendenza, secondo il motto "la Groenladia appartiene ai groenlandesi". Il processo verso il pieno distacco dalla Danimarca è già iniziato con una legge del 2009, che prevede la negoziazione di un accordo con il Governo di Copenaghen e in seguito un referendum.
Raggiungere la piena, completa indipendenza, comunque, non è cammino semplice, primo perché la Groenlandia riceve importanti sussidi finanziari dalla Danimarca (ai quali dovrebbe rinunciare), secondo per le mire espansionistiche di Trump, che si è messo in rotta di collissione con Copenaghen e vuole conquistare l'isola per poter disporre dei preziosi e ricercatissimi minerali critici del sottosuolo groenlandese e per contrapporsi all'egemonia di Russia e Cina acquisendo il controllo delle nuove rotte commerciali marittime delle quali, con il cambiamento climatico e lo scioglimento dei ghiacci, la Groenlandia con la sua collocazione strategica rappresenta il perno. La competizione fra le grandi potenze, insomma, non ha più confini e, ora, guarda sempre di più verso l'Artico.
(Foto Ansa: un manifesto elettorale con i candidati del Partito Demokraatit)