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venerdì 25 aprile 2025
 
 

Gardini alla guida di Confcooperative

31/01/2013  Eletto presidente al posto di Luigi Marino, dimissionario perché candidato alle elezioni, al Governo che verrà Maurizio Gardini chiede di non aumentare l’Iva e di aiutare l'export.

Per il nuovo Governo richieste chiare: Maurizio Gardini, neo presidente di Confcooperative stila l’agenda per i primi 100 giorni del nuovo esecutivo. Eletto all’unanimità in sostituzione di Luigi Marino, dimissionario perché candidato alle elezioni, Gardini chiede di non aumentare l’Iva «perchè dobbiamo rilanciare i consumi e lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori», di ridare fiato all'export «con i crediti d'imposta, perché l'export è una vera autentica misura anticrisi per le imprese e le cooperative», di incentivare il credito e rafforzare il sistema dei confidi; di «riscrivere il welfare del Paese e far esplodere le migliori energie della cooperazione sociale, del no profit, del volontariato».

Originario di Forlì, Gardini, 53 anni, sposato e con due figli, è un imprenditore agricolo. Riveste, tra l'altro, la carica di presidente di Fedagri-Confcooperative ed è a capo di Conserve Italia, la più importante cooperativa agricola del Paese.

Immediate le congratulazioni di Pierluigi Bersani che ha sottolineato come «la cooperazione rappresenti in Italia un potente strumento di sviluppo, innovazione e coesione sociale. Per questa ragione e per la condivisione dei valori profondi che hanno radicato l'esperienza cooperativa in Italia, il neopresidente Gardini e Confcooperative troveranno nel Partito Democratico un interlocutore sempre consapevole e pronto al confronto sulle urgenti decisione per lo sviluppo e l'impresa». 

Dal canto suo Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl ha subito ricordato che «a Confcooperative ci lega da sempre uno storico rapporto di interlocuzione e di comune sensibilità' sui problemi sociali ed economici del nostro Paese». E si è detto sicuro che con Gardini, «potremo rinsaldare il lavoro proficuo che abbiamo fatto in questi anni per modernizzare le relazioni industriali in un quadro di maggiore produttività e di pari dignità tra capitale e lavoro».

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