Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 24 marzo 2025
 
Giovani indipendenti
 

«23 anni, lavora e vuole andare a vivere da solo, senza la ragazza. Avrei preferito la convivenza!»

24/05/2022  «Perito informatico, ha un lavoro stabile e a tempo indeterminato, e in azienda è rispettato. Adesso desidera andare a vivere da solo: Ha una ragazza ma non andrà a vivere con lei, perché impegnata con l’università. Temo non sia ancora pronto e che si isoli...»

Dopo il diploma come perito informatico, il nostro figlio unico Mirko ha iniziato subito a lavorare, rinunciando a intraprendere studi universitari. Avremmo preferito che lo facesse perché è un ragazzo dotato, ma non ci siamo opposti, anzi non gli abbiamo detto nulla.

Adesso, a 23 anni, lavora da quasi quattro anni e ha finalmente un lavoro stabile a tempo indeterminato; è molto apprezzato nella sua attuale azienda. Ora ci ha detto che vuole uscire di casa per vivere da solo. Ha una ragazza ma non andrà a vivere con lei, anche perché lei è impegnata con l’università e ne avrà ancora per qualche anno.

Io e suo padre siamo un po’ perplessi: non è troppo giovane? Per la verità, mio marito è più possibilista di me. Io invece sono più timorosa e avrei preferito piuttosto che andasse a convivere con la sua ragazza. Dice che vuole andare a stare fuori dalla città, in un luogo meno caotico e più tranquillo (noi viviamo a Roma). Lavora molto da casa per il suo ufficio e non vorremmo che si isolasse. Almeno in famiglia sta in compagnia con noi.

ALESSANDRA

— Cara Alessandra,perdonami: davvero pensi che questo ragazzo, capace di gestirsi nel lavoro e nelle relazioni come lo descrivi, abbia ancora così tanto bisogno della sua mamma? La trepidazione con cui racconti di tuo figlio Mirko mi fa pensare che tu faccia fatica a vederlo come un giovane adulto desideroso di prendere in mano la sua vita in autonomia.

Capace di mettersi alla prova per capire se continuare a vivere in città, come ha sempre fatto, oppure misurarsi con la vita in un borgo più piccolo e più a contatto con la natura. E anche così prudente da evitare una facile convivenza con la sua ragazza, dato che la loro relazione è ancora giovane e ha bisogno di consolidarsi. Eppure lo descrivi come un ragazzo con la testa sulle spalle! Ha un progetto di vita: vuole mettersi alla prova. Occorre incoraggiarlo e aiutarlo semmai ad acquisire quelle conoscenze pratiche che gli verranno utili: l’affitto e le altre spese, l’uso degli elettrodomestici, la gestione della casa. E poi lasciare che veleggi nel mondo, fuori dal porto sicuro di mamma e papà.

Con l’avvertenza che in loro  troverà i supporti di cui ha bisogno, purché li chieda lui. E che, una volta uscito di casa, non dovrà più tornarci, se non per circostanze estreme. Occorre che i ragazzi sappiano che ci sono anche scelte non facilmente reversibili, che richiedono quindi un alto grado di responsabilità. Per cui, uscito di casa, la sua vita troverà nuovi equilibri, da cui non si torna indietro. E anche tu e tuo marito dovrete ritrovare il vostro modo di stare insieme. Anche se in questi anni avete già vissuto con un ragazzo poco presente, perché impegnato nel lavoro e nella sua vita privata, ora dovrete ritrovarvi come coppia, nel tempo quotidiano senza di lui.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo