Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 22 maggio 2025
 
Il Teologo
 

Ha ancora senso pregare con i salmi il «Dio degli eserciti»?

09/04/2021 

Nei salmi ricorrono frasi come «Dio degli eserciti... Brucia tutt’intorno i suoi nemici». Gesù ha ribaltato questa prospettiva. Dobbiamo ancora pregare con i salmi?

GIULIO M. 

Queste espressioni sono oggi imbarazzanti per la maggioranza dei fedeli. Il Dio della prima Alleanza è lo stesso Dio di Gesù, ma la sua conoscenza da parte dell’umanità ha una dimensione storica e progressiva. La fede non è statico possesso di Dio, ma continua ricerca guidata dallo Spirito Santo (cfr. Gv 16,13). Per il popolo d’Israele, in quel contesto storico, Dio era colui che difendeva i discendenti di Abramo, Isacco e Giacobbe dagli altri popoli perché custodissero le promesse nella venuta di quel Messia che avrebbe portato a compimento la profezia del grande banchetto per tutti i popoli (cfr. Is 25,6-10). Non si tratta, quindi, di spiritualizzare quelle frasi battagliere riferendole alle nostre lotte contro il Maligno (parallelismo pure plausibile), ma di storicizzarle. I salmi ci fanno comprendere come la nostra fede, il nostro laborioso rapporto con Dio è incarnato nella storia. Non cambia la fede, ma il modo di esprimerla.

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo